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CITY LIFE MAGAZINE N.24
Misura, previsione e controllo distribuito sono
sempre di più i temi caldi del mondo “smart”:
costituiscono in altre parole gli elementi
cardine dei sistemi ciberfisici, di cui l’Internet
of Things rappresenta il precursore e la
tecnologia abilitante principale.
Oggi la realtà intorno a noi può essere misurata anche in modo indiretto, attraverso
osservazione di fenomeni che poco hanno
a che fare con i tradizionali strumenti di
misura. Queste lenti di ingrandimento sul
mondo sono le APP che oltre a svolgere la
loro funzione primaria sono una miniera per la
raccolta dei dati di contesto. E sono proprio
queste commistioni a rappresentare la vulnerabilità più grande poiché “ci aprono” verso il
mondo esterno.
Siamo cosi fortemente motivati ad entrare
in questo mondo che guardiamo con impazienza alle sostituzioni degli strumenti di
meetering, ma anche alle innovazioni dello
smart building e della domotica, ma abbiamo
di tutto questo una percezione del rischio
molto bassa.
Siamo sicuri, li consideriamo apparecchi
innocui , ma in realtà nascondono un mondo
di insidie.
Non siamo consapevoli che aprendo una
porta verso gli oggetti dai nostri apparati,
stiamo aprendo una porta alla nostra vita e
alle nostre abitudini a tutti coloro che condividono la stessa rete.
La cybersecurity è una questione seria, a
volte delegata ai gestori dei servizi e delle
infrastrutture a cui affidiamo interamente la
nostra esistenza digitale, ma è un fatto di
abitudini e di regole che dovrebbero fare
parte del nostro vivere quotidiano.
Chi ha dimestichezza con questi gadget più
o meno professionali sa che raramente sono
connessi alla rete con connessioni criptate,
sicure ed affidabili ed il motivo di questo è
duplice. Da un lato sono molto spesso sviluppati partendo da progetti esistenti (oggi è
davvero facile “prototipare” nuovi sistemi elettronici partendo da codice “open” e condiviso
in rete) dove lo sviluppatore ha l’obiettivo di
uscire per primo sul mercato, senza preoc-