City Life Magazine 24 | Page 21

ARTICOLI C 21 hiunque abbia preso in braccio un piccolo mammifero avrà sentito il suo cuore pulsare con una frequenza assai elevata, immaginandolo spaventato per essere finito preda di un gigante. Ma la vera ragione non è (solo) la paura. Se quel piccolo mammifero fosse un topo ragno pigmeo americano, del peso di 25 grammi, riscontreremmo 1200 battiti al minuto. Per contro una balenottera azzurra del peso di 190 tonnellate (ossia 7 milioni di volte quello del topo ragno) ha circa 10 battiti al minuto, ossia 120 volte meno. La biologia ci dà una spiegazione di ciò e, addirittura, una formula matematica che correla il battito cardiaco, il metabolismo o la durata e il ritmo della vita di un organismo con la sua massa corporea, con una regolarità impressionante lungo tutta la scala dimensionale degli esseri viventi. Ad esempio il metabolismo di un organismo (ossia la potenza necessaria a sostenerlo) varia esponenzialmente con la sua massa M con esponente ¾, con impressionante regolarità dal topo ragno alla balena. Quindi il metabolismo per unità di massa decresce con esponente ¼ all’aumentare della massa corporea manifestando una vera e propria economia di scala: gli organismi più grandi consumano meno energia per unità di tempo e di massa. Questa legge empirica (nota come “quarter power scaling”) trova spiegazione nei principi generali che governano la dinamica e la geometria della distribuzione delle reti (ad esempio il sistema vascolare) negli organismi. Più volte, nel linguaggio comune, paragoniamo implicitamente le organizzazioni umane (città o imprese) ad aggregati biologici quando ci riferiamo al loro DNA, alla loro nascita, crescita e morte. Da circa quindici anni un gruppo sempre più nutrito di scienziati si è posto la domanda se ciò rappresentasse solo una metafora, un espediente retorico, o se si potesse pervenire, partendo dalla conoscenza acquisita dei modelli fondamentali che descrivono la crescita degli organismi biologici, a una teoria quantitativa e predittiva