City Life Magazine 24 | Page 12

12 CITY LIFE MAGAZINE N.24 In questi giorni di tragedia e di nuove notizie circa lo stato antisismico dell’edilizia nazionale, diverse fonti hanno indicato quali potessero essere le cifre necessarie per mettere in sicurezza il Paese: c’è chi dice che sono 40 i miliardi per rendere antisismici tutti gli edifici pubblici italiani e chi invece stima in 93 i miliardi indispensabili per intervenire sul tutto il patrimonio edilizio nazionale, edifici privati compresi. Cifre impressionanti, ma impressionanti sono anche le immagini del disastro del sisma che giorni fa ha colpito paesi e frazioni di Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. E quando si parla di cifre non si può dimenticare quanto, dal Dopoguerra ad oggi, sono costati, oltreché in termini di vittime e di danni i terremoti che hanno sconvolto i paesi del Friuli, dell’Irpinia, dell’Umbria, dell’Emilia, dell’Aquila: 150 miliardi di euro. Nel paese dei terremoti, però, tanto per non smentire le contraddizioni italiche, un obbligo di legge, uno tra i tanti, quello relativo alla redazione dei piani di emergenza, non viene rispettato: solo 6.159 comuni su oltre 8mila (il 77%) ne ha predisposto uno (dati della Protezione civile). Campania e Lazio, colpite in passato da pesanti sismi, sono le due regioni fanalino di coda: solo il 40 e il 39% dei comuni campani e laziali è dotato di un piano previsto dalla legge. Tra le cose che non vanno nel nostro Paese e che emergono ad ogni disastro vi è pure l’assenza del fascicolo di fabbricato: uno strumento semplice che informa delle verifiche periodiche che è necessario fare per mantenere in efficienza un edificio; è un obbligo che esiste per le sole case realizzate dopo il 2008, ma è del tutto assente per quelle realizzate prima. Intanto, mentre si discute di come fare la ricostruzione, di modelli di intervento e di piani nazionali da varare, ci sono cinquemila persone che non hanno più una casa, la metà delle quali vive nelle tendopoli che la Protezione civile italiana è riuscita a realizzare a tempi di record. E mentre si lavora ancora con le escavatrici e si aiutano gli sfollati a ricostruire un minimo di vita quotidiana nelle tendopoli, l’unità di crisi, guidata dal commissario straordinario Vasco Errani, sta affrontando l’emergenza del dopo sisma e organizzando l’allestimento delle casette prefabbricate di legno (ci vorranno sette mesi prima di entrarci) e trovare soluzioni temporanee (alberghi) per superare il freddo dell’inverno. Nei giorni del dopo sisma, oltre alle immancabili polemiche e all’avvio delle inevitabili inchieste giudiziarie sui crolli sospetti, è iniziato il dibattito sulla ricostruzione (come e dove ricostruire) e sulla messa in sicurezza antisismica dell’intero paese (il governo ha proposto Casa Italia, un programma di intervento decennale per la messa in sicurezza antisismica dell’intero patrimonio edilizio nazionale). Di questo utile (anche se tardivo) confronto, City Life Magazine intende riproporre i punti di vista più interessanti espressi nei giorni scorsi da diversi esponenti del mondo delle professioni e della cultura italiana ed estera. Abbiamo pertanto sintetizzato il pensiero di dieci personalità come Alejandro Aravena, Giovanni Azzone, Claudio De Albertis, Vasco Errani, Rossella Muroni, Yoshitenu Murosaki, Francesco Peduto, Renzo Piano, Mario Tozzi e Armando Zambrano intervenuti sui diversi aspetti del sisma e del suo dopo. Partecipazione e identità Alejandro Arava Per Alejandro Arava - architetto cileno, direttore della Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno, premio Pritzker 2016 e che ha realizzato la ricostruzione della città cilena di Constitución - la prima cosa da fare per realiz-