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iamo un paese di terremoti. Lo sappiamo
da secoli, ma pare proprio che non
basti saperlo visto l’esito del terremoto del
24 agosto scorso in Centro Italia. Metà del
Paese, ci si è stato ricordato in questi giorni di
grandi sofferenze private e di lutto nazionale, è
a rischio. L’intera catena appenninica è più o
meno in pericolo e con le zone del nord Italia
sono a rischio 24 milioni di italiani (in prevalenza concentrati in Sicilia e Campania), il 40
per cento della popolazione nazionale, che
vive in 4,7 milioni di case ad elevato rischio
sismico (il dato è di Ance). Dei 10 milioni e
settecentomila abitazioni esistenti in Italia, ben
7 milioni sono stati realizzati prima del 1971,
prima cioè del varo di una normativa antisismica (dato Istat). A rischio, come dimostrato
nell’ultimo evento sismico, sono in particolare
le strutture pubbliche: vale a dire, in tutt’Italia,
27.900 scuole e 2.180 ospedali.