EDITORIALE
L
’Automazione è di casa in Italia, anche se molti non ne
parlano, di fatto il mercato dell’automazione industriale è uno
dei pochi che continua a segnare crescite positive, tanto d’avere
recuperato totalmente il tonfo, avvenuto nel 2009, conseguente
alla crisi economica mondiale. Come mai questa eccezionalità?
La risposta è stata chiara ed evidente la scorsa settimana alla
Fiera SPS IPC Drives Italia che ormai da 6 anni ha saldamente
catalizzato tutti gli attori di questo affascinante mercato. Se
è pur vero che i maggiori fornitori di componenti e sistemi
sono stranieri, con una forte prevalenza tedesca, è proprio
la creatività, la professionalità e la competenza dei costruttori
di macchine automatiche italiani che ha affermato il Made in
Italy anche in un settore altamente competitivo e tecnologico
come quello dell’automazione. Basti pensare che l’export dei
macchinari, siano essi macchine utensili, o packaging, tessile,
plastica, ceramica, marmo, legno... pesa oltre il 75%. Un
indicatore eccellente che ci pone subito a ridosso dei nostri
amici tedeschi e dove, vale la pena ricordarlo, uno dei mercati
di sbocco principali è proprio la Germania.
SPS Italia ha visto un numero notevolissimo di visitatori –oltre
28.000 – indicatore anche questo di uno stato di salute positivo
del mercato e di un’indubbia voglia di conoscere e provare
nuove tecnologie. I paradigmi della nuova rivoluzione industriale,
la quarta, sono stati ben presentati nell’area Know How 4.0 e
finalmente è stata data concretezza a parole e acronimi.
Le demo realizzate da una trentina di aziende hanno reso
evidente cosa e come si possa operare grazie alle nuove
tecnologie e soprattutto ha creato le condizioni per un dialogo
più maturo fra gli operatori. Un’occasione in più di confronto
e approfondimento. Ma siamo ancora agli inizi di questa
rivoluzione e sta a noi renderla reale in tempi tali da poterne
beneficiare in termini di competitività e offerta.
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