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potenza efficiente lorda del parco di generazione nazionale) ed una produzione lorda di 34
TWh3 (circa il 12% della produzione nazionale
di energia elettrica).
Una quota significativa di generazione distribuita4 fa parte dei Sistemi Efficienti d’Utenza
(SEU) e dei Sistemi Equivalenti ai Sistemi Efficienti di Utenza (SESEU) che – insieme alle
Reti Interne d’Utenza (RIU) – producono oltre
30 TWh all’anno.
La generazione distribuita (e la micro-generazione) rappresenta l’elemento tecnologico che
permette di coinvolgere, facendo leva sull’ICT,
comunità di soggetti nella generazione abilitando soluzioni di Energy Community intelligenti e capitalizzando gli investimenti fatti sulle
rinnovabili5.
Per stimare gli impatti delle Energy Community
in Italia, siamo partiti dal loro potenziale di diffusione. In riferimento a quattro ambiti di applicazione – residenziale, terziario, industriale
o m isto (combinazione di due o più ambiti)
– secondo stime del Politecnico di Milano,
sul territorio nazionale potrebbero essere
in potenza costituite quasi 500mile Energy
Community, di cui circa l’80% in ambito residenziale.
Sulla base di questo valore, abbiamo indentificato tre scenari di penetrazione: uno scenario
“di base” pari al 5% del potenziale teorico,
uno scenario “ottimistico” del 10%, ed uno
scenario “di studio” pari al 15%. Per ciascuno
di questi abbiamo stimato:
• Il contributo agli obiettivi di efficienza energetica nazionali.
• L’impatto economico netto per i membri
della Energy Community.
• Gli effetti sul sistema elettrico.
Per quanto riguarda il primo elemento, le
Energy Community possono essere uno strumento per raggiungere elevati livelli di efficienza energetica: ad esempio, simulando il
contributo agli obiettivi di risparmio energetico
fissati dalla Strategia Energetica Nazionale
(“scenario di risparmio al 2020”6), le Energy
Community permetterebbero di realizzare tra
il 10% (nello scenario di diffusione al 5%) e il
30% (nello scenario di diffusione al 15%) della