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CITY LIFE MAGAZINE N.21
una reale efficienza energetica le torri che
costituiscono le wind farm devono essere
numerose e molto grandi. Questo, unito
all’inquinamento acustico generato dal
loro funzionamento, ha spesso attirato
forti critiche da parte degli abitanti delle
zone limitrofe. Una soluzione per ovviare
al problema, che si crea normalmente
in luoghi densamente popolati o dove
sorgono più impianti con un conseguente
impatto visivo e uditivo non trascurabile,
sono le wind-farm costruite in mare aperto
o off-shore. Questi impianti, posizionati
mediante sistemi galleggianti, vengono
collocati in mare aperto, offrendo un duplice
vantaggio: minor impatto sul territorio e
sulla popolazione, maggior possibilità di
sfruttare le masse d’aria, dal momento
che lontano dalla costa l’azione del vento
è normalmente più libera e costante. Il
posizionamento delle wind farm avviene
dopo un attento e preciso calcolo delle
correnti ventose supramarine, solitamente
al largo delle coste nordiche ricche di ampie
distese acquatiche, di golfi e restringimenti
della costa, adatte alla formazione di “canali
di vento”. Gli impianti eolici si avvalgono
comunemente di macchinari da 1 a 3 MW
e si stima che, nel panorama europeo,
potrebbero bastare a fornire oltre il 20%
del fabbisogno elettrico dei Paesi costieri,
soprattutto nordici. I mari di Belgio, Olanda,
Svezia e Danimarca ospitano attualmente
cinque centrali attive (che operano con
una potenza complessiva di 30 MW). In
Italia, invece, che pur sarebbe in grado di
soddisfare, con questa tecnologia, circa il
4% degli attuali consumi di elettricità grazie
al potenziale sfruttabile stimato di 3.000
MW, non sorge ancora alcun impianto
eolico offshore. “Creating Land for the
Future”. Basterebbe il payoff a chiarire le
intenzioni del Gruppo DEME (Dredging,
Environmental and Marine Engineering
NV), da anni impegnato in diversi progetti
nel campo della costruzione di progetti
off-shore. Il Gruppo DEME è formato da
aziende specializzate in settori che vanno