ARTICOLI
D
33
a Expo al post Expo. Dall’esposizione
universale di Milano allo Human Technopole, al campus della Statale al polo
tecnologico di Assolombarda. Il passo
sembra breve. In realtà, l’operazione di trasformazione urbanistica in questo momento
più importante d’Europa è assai delicata e
complessa. Delicata perché occorre evitare
che il milione e centomila metri quadrati del
sito milanese si trasformi in breve tempo in
una landa abbandonata, così come lo sono
diventati altri luoghi di altre esposizioni universali in giro per il mondo, e che da successo qual è stato, Expo diventi un boomerang di dimensioni planetarie. È altrettanto
un’operazione delicata perché, per allestire
l’area, sono state investite ingenti risorse
pubbliche, che il prima possibile dovrebbero essere messe a frutto per ospitare nuovi
funzioni, sia pubbliche che private. Nello
stesso tempo, il passaggio da Expo al suo
dopo è un’operazione complessa, perché
mentre si smantellano padiglioni e strutture
di servizio, occorre lavorare per la fase temporanea (il cosiddetto fast post expo), quella fase cioè che divide la conclusione delle
operazioni di smontaggio, previste per il 30
giugno prossimo, dalla trasformazione finale
del sito, operazione che prenderà il via non
prima di tre anni.