City Life Magazine 20 | Page 15

ARTICOLI 15 professore Luciano Pilotti, siederà Gaetano Azzone, rettore del Politecnico di Milano, mentre l’amministratore delegato, indicato dalla Regione, sarà Giuseppe Bonomi, già presidente di Sea; Fondazione Fiera ha scelto invece una donna, l’avvocatessa Chiara Della Penna. I due componenti del ministero verranno indicati più avanti, dopo l’avvenuta approvazione del decreto del governo da parte della Corte dei Conti. Prima del Post c’è il Fast post Nei mesi scorsi, in attesa delle proposte definitive per il dopo esposizione, il dibattito è stato monopolizzato dal cosa fare nella fase temporanea, in quel periodo cioè che va dal giorno successivo alla chiusura dell’Esposizione universale (1° novembre 2015), alla vera e propria rifunzionalizzazione dell’area (“il post Expo”). Un’operazione, quest’ultima, per la quale ci vorranno alcuni anni prima di iniziare i lavori (si parla del 2018). Ma per evitare confusioni, è meglio chiarire di che cosa stiamo parlando. 1. Il regolamento del Bie, il Bureau International des Expositions, l’organismo che sovrintende le esposizioni universali, prevede che al termine dei sei mesi di Expo ed entro i successivi otto, i padiglioni debbano essere demoliti e l’area ripulita da ogni costruzione. 2. Fin dall’origine, fu stabilito che sarebbero rimasti in piedi Palazzo Italia, L’Open Air Theatre, il Lake Arena e cascina Triulza. 3. Le aree, oggi di proprietà della società pubblica Arexpo, dovranno trovare un’altra funzione, così come fissato dall’accordo di programma del 2011. 4. Per la rifunzionalizzazione dell’intera area saranno necessari alcuni anni. 5. Per evitare il degrado e l’abbandono dell’ex zona espositiva, occorre passare necessariamente attraverso una fase temporanea di riutilizzo parziale delle aree e delle strutture. Il cosiddetto “fast post”.