City Life Magazine 17 | Page 64

64 CITY LIFE MAGAZINE N.17 passeggeri. Indicativamente dall’inizio di Expo sono 5,8 milioni i viaggiatori trasportati da e per il sito espositivo. I flussi più consistenti si registrano in particolare il mattino, quando i visitatori dell’Esposizione si aggiungono ai pendolari diretti ai luoghi di lavoro, alle università e alle scuole superiori. In questa fascia oraria si concentrano molte scolaresche e numerosi gruppi che, pensando di evitare le code in ingresso, raggiungono Expo con largo anticipo rispetto all’orario di apertura. Nel mese di settembre le comitive prenotate sono state complessivamente 250, con 15.000 viaggiatori trasportati, mentre nei soli primi 8 giorni di ottobre i gruppi prenotati sono stati 205 con 12.000 utenti, con una previsione a oggi 40.000 entro la fine del mese. Poco confortanti e soddisfacenti, per i pendolari di lunga data, le parole della nuova AD Cinzia Farisè sulla grande affluenza a Expo: “E’ una domanda eccezionale, alla quale Trenord sta rispondendo con un’offerta altrettanto eccezionale nelle ore di punta, su tutte le direttrici Expo, i treni viaggiano alla loro massima capacità. Da parte nostra, stiamo invitando i gruppi che scelgono il treno quale mezzo più veloce ed economico per Expo ad individuare i treni successivi alla fascia di punta, dalle 9 in poi, al fine di poter apprezzare il treno anche come mezzo più confortevole”. Appelli caduti nel vuoto, sia per parte degli utenti sia per parte della stessa Trenord, che a fronte dei numeri raggiunti non ha posto in essere azioni e soluzioni per far fronte alla crescente domanda di trasporto pubblico. Soluzioni a volte semplici, come l’inserimento di una carrozza dedicata alle comitive e alle scolaresche. Soluzione adottata in questo ultimo mese, dietro la motrice è stata inserita una “carrozza fantasma”, da usarsi solo in caso di troppo pieno, ma a quindici giorni dalla chiusura di Expo suona come chiudere i cancelli dopo che le mucche sono scappate. Come spesso accade in Italia, le grandi occasioni in cui il paese può mostrare a se stesso e al mondo che il Rinascimento non è passato invano, che il genio o la scaltrezza italiana non è venuto meno nel trovare soluzioni intelligenti a problemi apparentemente irrisolvibili, sono sprecate per approssimazione e leggerezza nell’affrontarle. Otto anni non sono stati sufficienti per risolvere, almeno in parte la problematica endemica del pubblico trasporto via treno, e non è servita la privatizzazione per ottimizzare servizi e risorse, che non necessariamente corrispondono a dei tagli. Avendo testato, da Italia 90 a Expo2015, la scarsezza organizzativa, credo che anche ad aver avuto a disposizione il doppio del tempo non si sarebbe pervenuti ad una, seppur parziale, soluzione. Il mantra, ora come allora, è stato: “c’era tempo”, a questo posso rispondere con un altro: “chi ha tempo, non aspetti tempo.” Cordiali saluti.