City Life Magazine 16 | Page 74

74 HIGHLIGHTS CITY LIFE MAGAZINE N.16 All’Università di Milano ideate le prime finestre fotovoltaiche Il funzionamento si basa sui quantum dot, semiconduttori nanometrici che catturano la luce e la convogliano verso i bordi della finestra, dove viene convertita in energia elettrica. Sembrano comuni vetri per finestre, ma c’è... il trucco. Sono infatti lastre di plastica con speciali nanoparticelle fluorescenti che catturano e concentrano la luce solare trasformando la finestra in un pannello solare. È il frutto del lavoro di un team di ricerca del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca coordinato dai professori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli, in collaborazione con il gruppo guidato da Victor I. Klimov del Los Alamos National Laboratory (U.S.A.) e con Hunter McDaniel dell’azienda UbiQD, che ha messo a punto un nuovo tipo di concentratori solari luminescenti (LSC, Luminescent Solar Concentrators): lastre di plastica o vetro nelle quali sono incorporate speciali nanoparticelle che assorbono la luce solare e la trattengono all’interno della lastra. Quindi, piccole celle solari poste lungo il perimetro della finestra raccolgono la luce intrappolata, convertendola in elettricità. In questo modo, anche una finestra parzialmente trasparente diventa un generatore di elettricità in grado alimentare i computer di un ufficio, il condizionatore d’aria in una giornata afosa o l’illuminazione interna di un’abitazione. «Affinché questa tecnologia potesse uscire dai laboratori di ricerca ed esprimere il suo potenziale nell’edilizia sostenibile – spiega Francesco Meinardi – è stato necessario abbandonare schemi composizionali delle nanoparticelle dati per scontati fino a ieri. Invece di continuare a lavorare con i classici cristalli semiconduttori a base di metalli pesanti come il cadmio o il piombo noi abbiamo realizzato nanoparticelle costituite da leghe di più elementi, riuscendo ad ottenere concentratori non tossici, con straordinarie capacità di assorbimento della luce del sole, e che al contempo preservano la caratteristica chiave di non riassorbire la luce emessa da loro stessi». I nuovi vetri fotovoltaici sviluppati dal team Bicocca-Los Alamos, che arrivano a poco più di un anno dalla pubblicazione di un primo studio dello stesso team che ne dimostrava il principio di funzionamento, hanno numerosi vantaggi che li rendono una tecnologia pronta per essere usata dalle aziende produttrici di infissi e dalle imprese costruttrici in tutto il mondo.Sono atossici perché in questi dispositivi non vi sono cadmio, né altri metalli pesanti: il limite vero alla diffusione di nanomateriali e nanoparticelle in applicazioni di largo consumo finora è stata la loro composizione potenzialmente nociva.Sono efficienti perché assorbono la luce da tutto lo spettro solare, e non solo dal rosso, e al tempo stesso non riassorbono la loro stessa luminescenza. Sono incolori, superando così uno dei limiti più grandi per l’applicazione in edilizia civile, ovvero l’impatto estetico e la perfetta trasparenza. In senso orario: 1. Schema di funzionamento di un concentratore solare luminescente a base di plexiglass e nanoparticelle quantum dot. 2. Il dispositivo sotto illuminazione ambientale. 3. Sotto illuminazione ultravioletta, fotografato con una fotocamera sensibile alla luce infrarossa. 4. Possibile schema di installazione di un concentratore solare luminescente all’interno di una finestra a doppio vetro 75