City Life Magazine 15 | Page 70

70 CITY LIFE MAGAZINE N.15 Il patrimonio architettonico in pezzi di ricambio a cura della Redazione La tavola rotonda organizzata da Rotor e Wallonie-Bruxelles Architectures (WBA), nel Padiglione Belgio presso Expo Milano 2015, ha riunito professionisti italiani e belgi attorno alla questione del recupero degli elementi di pregio delle costruzioni recenti destinate alla demolizione. L’incontro moderato da Lionel Devlieger, fondatore del collettivo Rotor (2005), si è concentrato sul fatto che anche il patrimonio architettonico recente, del XX secolo, non sfugge al trascorrere del tempo e di come, sempre più spesso, si ricorra a massicci interventi di demolizione o ristrutturazione pesante (soprattutto per l’efficientamento energetico). Durante queste imponenti opere di smantellamento molti materiali e componenti vengono destinati allo scarto, allo smaltimento pur essendo ancora funzionali e integri, e quindi potenzialmente riutilizzabili. Pensiamo ai pavimenti, ai rivestimenti e a tutti le parti in ferro interne che possono essere recuperate e destinate a nuova vita, veicolate verso un nuovo mercato edilizio di riuso. Esistono molti ostacoli a queste procedure di recupero, molte burocratiche altre normative, altre ancora funzionali. Malgrado questi paletti, gli argomenti a favore della pratica del riuso stanno, sempre più, acquistando solidità e seguito. A fortificare il progetto vi sono motivazioni importanti: • Ambientali, il riutilizzo consente da un lato di ridurre la massa di rifiuti da demolizione, e dall’altro di produrre materiali con impatto ambientale quasi zero; • Patrimoniale, gli elementi e i materiali smantellati sono spesso impossibili da riprodurre e dimostrano le qualità artigianali del suo creatore; • Sociali, le pratiche di smantellamento, di recupero e reintegrazione sono un potenziale bacino d’impiego di manodopera locale variamente qualificata. In breve si può parlare di un recupero etico, della manualità e sociale. Tra i maggiori e più entusiasti sostenitori del progetto c’è Maarten Gielen (fondatore di Rotor e di Rotor Déconstruction), il quale si è domandato che relazione era necessaria trovare tra i 100.000 disoccupati edili e le 700.000 tonnellate di detriti delle demolizioni? La risposta è stata complessa quanto