TAVOLA ROTONDA
non solo con lo sconto, ma con il ritorno dell’investimento iniziale. Che
tipo di azioni avete programmato per coinvolgere gli Amministratori
Condominiali nell’introduzione delle green tech? L’Amministratore è un
soggetto veicolante determinante per i condomini, un tramite tra tecnico
e utente
D.C. La prima azione che abbiamo messo in cantiere è di tipo prescrittivo/
normativo, di informazione sui possibili ROI per un condominio green. La stessa
azione è prevista per i tecnici comunali che si occupano di gestione del patrimonio
architettonico pubblico. Un grande mercato possibile per la green technology è
rappresentato dall’edilizia pubblica nella sua interezza che una norma europea
impone – o dovrebbe imporre – di adeguare agli standard comunitari.
Su questo aspetto gioca molto il fattore culturale, forse il più ostico da
superare e il più lungo da modificare
D.C. Il lavoro che stiamo portando avanti è centrato sull’aggregazione/integrazione
di mondi produttivi che hanno sempre viaggiato distinti. L’unione e la condivisione
dei saperi si sta rivelando vincente nell’affrontare il mercato energetico attuale,
questo non solo dal punto di vista produttivo, ma anche da quello progettuale.
Molti grandi studi si stanno attrezzando con personale e software per progettare
sistemi elettrici e termici.
L’evoluzione culturale, quindi, avviene su vari layers?
D.C. Sì certo, si parte dalla produzione e si arriva alla distribuzione, ai prescrittori
e infine agli installatori, è solo una questione di velocità, c’è chi si evolve più
rapidamente di altri, ma tutti vorremmo arrivassero allo stesso livello.
L’operazione che state portando avanti di unione tra produttori è
estremamente importante come modello operativo. Ogni produttore
nel suo percorso professionale tende a procedere individualmente,
ma una convergenza di approccio e una risposta univoca al mercato
credo possano essere recepite dallo stesso come segnali di grande
cambiamento di mentalità e di proposta. Arrivare a questo modello di
unione tra associazioni è stato faticoso?
D.C. È stato faticoso dal punto di vista logistico/organizzativo il dover raggruppare
attorno a un tavolo persone di ambiti diversi e che non avevano mai dialogato tra
loro. Abbiamo però riscontrato un altissimo interesse, entusiasmo si potrebbe
dire, nel porre le basi di questa complessa operazione.
Di quante aziende parlate?
D.C. Siamo oltre 2000 aziende (ANIE con 13 associazioni e ANIMA con 34) e
610.000 addetti e un fatturato, per gli associati delle due federazioni di circa 96
miliardi di euro. Un grande sfor