City Life Magazine 15 | Page 65

TAVOLA ROTONDA non solo con lo sconto, ma con il ritorno dell’investimento iniziale. Che tipo di azioni avete programmato per coinvolgere gli Amministratori Condominiali nell’introduzione delle green tech? L’Amministratore è un soggetto veicolante determinante per i condomini, un tramite tra tecnico e utente D.C. La prima azione che abbiamo messo in cantiere è di tipo prescrittivo/ normativo, di informazione sui possibili ROI per un condominio green. La stessa azione è prevista per i tecnici comunali che si occupano di gestione del patrimonio architettonico pubblico. Un grande mercato possibile per la green technology è rappresentato dall’edilizia pubblica nella sua interezza che una norma europea impone – o dovrebbe imporre – di adeguare agli standard comunitari. Su questo aspetto gioca molto il fattore culturale, forse il più ostico da superare e il più lungo da modificare D.C. Il lavoro che stiamo portando avanti è centrato sull’aggregazione/integrazione di mondi produttivi che hanno sempre viaggiato distinti. L’unione e la condivisione dei saperi si sta rivelando vincente nell’affrontare il mercato energetico attuale, questo non solo dal punto di vista produttivo, ma anche da quello progettuale. Molti grandi studi si stanno attrezzando con personale e software per progettare sistemi elettrici e termici. L’evoluzione culturale, quindi, avviene su vari layers? D.C. Sì certo, si parte dalla produzione e si arriva alla distribuzione, ai prescrittori e infine agli installatori, è solo una questione di velocità, c’è chi si evolve più rapidamente di altri, ma tutti vorremmo arrivassero allo stesso livello. L’operazione che state portando avanti di unione tra produttori è estremamente importante come modello operativo. Ogni produttore nel suo percorso professionale tende a procedere individualmente, ma una convergenza di approccio e una risposta univoca al mercato credo possano essere recepite dallo stesso come segnali di grande cambiamento di mentalità e di proposta. Arrivare a questo modello di unione tra associazioni è stato faticoso? D.C. È stato faticoso dal punto di vista logistico/organizzativo il dover raggruppare attorno a un tavolo persone di ambiti diversi e che non avevano mai dialogato tra loro. Abbiamo però riscontrato un altissimo interesse, entusiasmo si potrebbe dire, nel porre le basi di questa complessa operazione. Di quante aziende parlate? D.C. Siamo oltre 2000 aziende (ANIE con 13 associazioni e ANIMA con 34) e 610.000 addetti e un fatturato, per gli associati delle due federazioni di circa 96 miliardi di euro. Un grande sfor