City Life Magazine 15 | Page 62

62 CITY LIFE MAGAZINE N.15 Il termine “promozione” che Lei ha usato è interessante, a volte il problema è proprio quello di far conoscere al mercato italiano le tecnologie che già esistono, che sono efficienti e virtuose, ma il grande pubblico non ha questa percezione. D.C. È vero, infatti la carta vincente del progetto BiTech è proprio il dialogo tra produttori di tecnologia (automazione, meccanica e domotica) e costruttori/imprenditori edili. Creare questi ponti tecnologici è importante per il mercato soprattutto interno. Parlando del grande evento del momento, EXPO 2015, le specifiche tecniche e tecnologiche di sostenibilità dei vari padiglioni sono state poco pubblicizzate, anche se rappresentavano uno dei temi fondanti e distintivi di questa esposizione. D.C. Anche questo è vero, si è puntato molto, giustamente, sulla comunicazione del tema “Alimentazione” e poco, o nulla, sulla “Sostenibilità ambientale e tecnologica”, percepita solo dai più attenti e dagli addetti del settore. La domotica sul nuovo è più facile da progettare, mentre sull’esistente, come detto, è più difficoltosa se non a costo di grandi interventi. Per esempio con le tecnologie wireless si può intervenire con costi accettabili anche sull’esistente? D.C. Per l’esistente, il fotovoltaico e il solare termico sono sicuramente da consigliare come i sistemi di controllo wireless che possono gestire tutte le valvole e la contabilizzazione dei consumi. Molto spesso ci troviamo di fronte a un importante gap culturale non solo dell’installatore, ma anche del costruttore e del progettista. Quando si costruisce spesso si cerca di fare economia e ciò senza considerare o sapere che l’integrazione tecnologica è un grande fattore di risparmio e ottimizzazione dei consumi energetici. Per ottenere risultati di un certo interesse e riduzioni importanti della bolletta energetica generale, impiantisti, progettisti e installatori devono cambiare la propria mentalità e crescere, adeguandosi allo sviluppo tecnologico in atto e non adagiarsi e affidarsi alla pratica consueta, più rassicurante e meno impegnativa. Questo non è un passaggio semplice, anche perché le normative non sono uniformate tra le diverse regioni e province. Oltre ad essere difficile cambiare il modo di operare gli installatori cercano di non correre rischi inutili impiegando nuove, e spesso sconosciute, tecnologie quando possono usare quelle attuali già sperimentate e diffuse. Tutto questo porta a effettuare delle scelte conservative e a rendere il mercato meno dinamico. Un esempio possono essere le valvole di regolazione sui termosifoni, molto diffuse in Lombardia e Piemonte, come state operando? D.C. Abbiamo stilato un documento contenente delle linee guida generali sia sugli impianti di nuova generazione che su quelli esistenti, ma le troppe peculiarità regionali rischiano di essere una barriera per gli installatori e i progettisti. In Italia ci sono ben dieci regolamenti diversi, che rendono complicato il lavoro dei