City Life Magazine 11 | Page 32

32 CITY LIFE MAGAZINE N.11 MAURO ANNUNZIATO Responsabile Smart City per ENEA e referente italiano del progetto EERA socialità privata (prima tra tutti l’istituzione del matrimonio) la smart city sta rimettendo sul piatto una rinnovata domanda di socialità collettiva, pubblica, partecipata, democratica. L’autore inglese Alan Bennet scrisse nel suo celebre “The history boys” che gli occhiali dello storico osservano il tempo in una prospettiva unica, tanto che ciò che è più vicino temporalmente ci è più difficile da interpretare. Le città hanno appena avviato quello che si prospetta come un nuovo rinascimento; ma i trend e gli esiti di questa grande onda di cambiamento saranno ancora a lungo indecifrabili. Per questo, nel tentativo di farne parte senza però la pretesa di volerne imbrigliare la dirompenza, a Brescia si è optato per un approccio decisamente umanistico: un ciclo di incontri con persone che “stanno facendo” le smart cities. In sei incontri ribattezzati Smart Meetings nella sede dell’Urban Center, si sono susseguiti amministratori, tecnici, comunicatori, consulenti che stanno affiancando le istituzioni – o meglio: le persone sulle cui gambe le istituzioni camminano ogni giorno – nel trovare la propria strada per diventare più efficienti, sostenibili, comunicative, trasparenti. In una sola parola: smart. Ogni incontro ha apportato un tassello MARIA SILVA Responsabile Parco Tecnologico di Genova, Associazione Genova Smart City alla conoscenza di un aspetto fondante per la città 2.0: nuove forme di partecipazione, strategie energetiche, strutture per la governance, cruscotti urbani, gestione dei dati, riqualificazione del tessuto imprenditoriale, comunicazione e media. Ogni incontro ha aperto quesiti e sollecitato domande che è necessario porsi, a livello del singolo e della collettività. Non solo: ogni incontro ha necessariamente sconfinato con gli altri, a riprova che le città non sono combinazioni meccatroniche, ma organismi vivi, in cui gli interrogativi sociali ed etici sono determinanti quanto quelli tecnologici e legislativi. Ogni incontro ha lasciato un’eredità umana, prima che istituzionale. Ad ogni relatore è stato chiesto di intervenire raccontando la propria esperienza, portando casi pratici e concreti di soluzioni realmente calate nella realtà urbana. Gli è stato chiesto di non nascondere i dubbi e i fallimenti, né di censurare gli aspetti negativi di iniziative meritevoli. E gli è stato chiesto di “metterci la faccia”, lasciando alla rete un proprio contributo attraverso una serie di interviste al cui centro non c’è la città come entità astratta, bensì i cittadini protagonisti del cambiamento quotidiano.