City Life Magazine 11 | Page 31

FEATURES 31 PASQUALE CAPEZZUTO Energy manager Comune di Bari e responsabile progetto Smart City e Res Novae LORENZO BENUSSI Consulente Topix Piemonte e MIUR in materia di innovazione e open data abbia voglia di continuare a vivere, crescere, condividere la propria esistenza con gli altri. La città intelligente è tale solo se è il risultato di una somma di intelligenze umane, di consapevolezze, di rispetto e di adesione spontanea a comportamenti nuovi. La città che si evolve, esattamente come le persone, modifica in meglio le abitudini che rischiano di danneggiarla; e le abitudini di una collettività [come ci ha brillantemente illustrato il saggio del premio Pulitzer Charles Duhigg] sono ben più difficili da cambiare di quelle dei singoli. Per farlo occorrono direttive chiare e mezzi molto spesso non convenzionali. Se provassimo a sintetizzare le doti di un management urbano in grado di condurre le città verso il futuro il risultato sarebbe una felice combinazione di visione, determinazione, creatività, responsabilità sociale, economica e ambientale. Oggi il grande cambiamento è la domanda proveniente dal basso: solo pochi anni fa, un’esigua minoranza di cittadini italiani avrebbe risposto anche solo con incertezza alla domanda “che cos’è una smart city”. Ma dal 2012 – complici anche i bandi nazionali del MIUR di Profumo che hanno riportato nel dibattito di aziende e amministrazioni termini quali innovazione, ricerca, sperimentazione – pur con visioni confuse, le persone hanno iniziato ad aspettarsi l’ingresso della tecnologia nella propria vita da cittadini. E l’aspettativa è indiscutibilmente migliorativa. Dall’originario manipolo di valorosi appassionati di rete, computer e informatica, l’attesa dell’evoluzione urbana ha dilagato come un’elettrizzante pandemia. Mentre il mercato si attiva e propone prodotti e servizi ad alto tasso di innovazione e tecnologia (tutti accompagnati da slogan di efficienza e controllo), mentre gli attori finanziari vivono lotte intestine alla ricerca della conciliazione tra garanzie tradizionali e la necessità di mantenere il proprio ruolo di intermediari anche in questo complesso H]]]