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Fra le difficoltà che i progetti di smart
city incontrano sono quelli relativi
un’attenta attività informativa capace,
in un futuro prossimo, di sfociare in
una cultura della “città nuova”. Quali
sono le attività formative che sono state
attivate?
La formazione, soprattutto quella ‘interna’,
rappresenta uno dei cardini di tutti i
percorsi che abbiamo attivato come
Assessorato. È proprio a partire dalla
diffusione di conoscenza, dal networking
e dallo scambio delle buone pratiche,
infatti, che si rende più intelligente una
città e la sua amministrazione, a tutti i
livelli. Un esempio? Agli inizi di luglio,
alla Città dell’Altra Economia, luogo
centrale nel percorso di riqualificazione
che stiamo portando avanti nelle nostre
Periferie, abbiamo realizzato un seminario
di formazione sui “Materiali Innovativi
ed Ecosostenibili per le Infrastrutture di
Roma Capitale” destinato a ingegneri,
tecnici e dirigenti dell’amministrazione e ad
“addetti ai lavori” esterni. Nel seminario, in
collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Roma, Legambiente
e l’Associazione Nazionale Produttori
Aggregati Riciclati, è stato presentato
nel dettaglio lo studio delle possibilità
tecniche e amministrative per l’utilizzo
di materiali innovativi ed ecosostenibili
per la costruzione e manutenzione delle
infrastrutture di Roma Capitale. Non era mai
stato fatto prima d’ora.
Sarà finalmente possibile, grazie
all’ICT, il rilancio delle periferie e
l’armonizzazione con il centro storico
della città, andando a riprodurre, anziché
a dislocare, i servizi presenti al centro
città nella aree dell’hinterland?
Le periferie sono al centro della rivoluzione
‘intelligente’ di Roma. E non soltanto sul
piano delle ICT. Prendiamo ad esempio
il tema dell’agricoltura: Roma, con i suoi
50mila ettari di terreno, è il comune con
più vasta estensione di verde e terreni