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CITY LIFE MAGAZINE N.9
BAT:
la turbina che galleggia nell’aria
e trasforma la corrente in energia
Fornire
elettricità
pulita
e
connessione wi-fi in posti remoti
sfruttando al meglio le condizioni ambientali
circostanti e con spese decisamente contenute
(rispetto alla realizzazione di una wind farm). Magari in luoghi
climaticamente difficili come l’Alaska e magari grazie a soluzioni
tanto innovative quanto apparentemente stravaganti come una turbina
aerostatica che galleggia nell’aria.
Questa è la sfida che lancia Altaeros Energies, un’azienda nata all’interno del
famoso Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston.
Lo strumento per raggiungere gli obiettivi prefissati si chiama Buoyant Airborne
Turbine (BAT), una vera e propria turbina gonfiata con gas elio che, fluttuando
nell’atmosfera, è in grado di catturare le correnti d’aria. La forza di queste ultime
viene trasformata in energia che – passando attraverso cavi ad alta conduttività che la
ancorano a terra – viene successivamente sfruttata dalle comunità locali.
BAT è stato progettato per stare a un’altezza di 300 metri (1000 piedi) dal suolo in
maniera da sfruttare il vento che a quell’altitudine soffia otto volte più forte rispetto che a
livello del terreno. E in modo da impattare il meno possibile sull’avifauna selvatica di quei
territori.
I vantaggi sono molteplici, soprattutto rispetto alle tradizionali turbine eoliche:
costi di trasporto e installazione ridotti al minimo, impatto ambientale limitato,
facile trasportabilità e possibilità di diventare piattaforme per altri servizi come
l’amplificazione del segnale wi-fi. Caratteristiche che rendono BAT una tecnologia
adattabile a molte situazioni, anche emergenziali o di difficile accesso all’energia
per comunità situate in zone remote o difficilmente raggiungibili.
I test cominceranno a breve e proseguiranno per 18 mesi. Si tratta della
prima dimostrazione pubblica del progetto targato MIT. Secondo
quanto afferma il CEO Ben Glass, l’energia prodotta dalla turbina
sperimentale dovrebbe bastare a soddisfare i bisogni di una
dozzina di abitazioni. Il progetto da 1,3 milioni di dollari
è stato in parte finanziato dall’Alaska Energy
Authority’s Emerging Energy Technology
Fund.