City Life Magazine 09 | Page 62

62 CITY LIFE MAGAZINE N.9 BAT: la turbina che galleggia nell’aria e trasforma la corrente in energia Fornire elettricità pulita e connessione wi-fi in posti remoti sfruttando al meglio le condizioni ambientali circostanti e con spese decisamente contenute (rispetto alla realizzazione di una wind farm). Magari in luoghi climaticamente difficili come l’Alaska e magari grazie a soluzioni tanto innovative quanto apparentemente stravaganti come una turbina aerostatica che galleggia nell’aria. Questa è la sfida che lancia Altaeros Energies, un’azienda nata all’interno del famoso Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. Lo strumento per raggiungere gli obiettivi prefissati si chiama Buoyant Airborne Turbine (BAT),  una vera e propria turbina gonfiata con gas elio che, fluttuando nell’atmosfera, è in grado di catturare le correnti d’aria. La forza di queste ultime viene trasformata in energia che – passando attraverso cavi ad alta conduttività che la ancorano a terra – viene successivamente sfruttata dalle comunità locali. BAT è stato progettato per stare a un’altezza di 300 metri (1000 piedi) dal suolo in maniera da sfruttare il vento che a quell’altitudine soffia otto volte più forte rispetto che a livello del terreno. E in modo da impattare il meno possibile sull’avifauna selvatica di quei territori. I vantaggi sono molteplici, soprattutto rispetto alle tradizionali turbine eoliche: costi di trasporto e installazione ridotti al minimo, impatto ambientale limitato, facile trasportabilità e possibilità di diventare piattaforme per altri servizi come l’amplificazione del segnale wi-fi. Caratteristiche che rendono BAT una tecnologia adattabile a molte situazioni, anche emergenziali o di difficile accesso all’energia per comunità situate in zone remote o difficilmente raggiungibili. I test cominceranno a breve e proseguiranno per 18 mesi. Si tratta della prima dimostrazione pubblica del progetto targato MIT. Secondo quanto afferma il CEO Ben Glass, l’energia prodotta dalla turbina sperimentale dovrebbe bastare a soddisfare i bisogni di una dozzina di abitazioni. Il progetto da 1,3 milioni di dollari è stato in parte finanziato dall’Alaska Energy Authority’s Emerging Energy Technology Fund.