ACCESSO ALL’ENERGIA
FUEL POVERTY
centro come al sud d’Italia.
Tuttavia, non esiste un’azione
a livello nazionale (ma
nemmeno locale) di una certa
forza e coerenza in grado di
mettere a fuoco il problema e
la sua dimensione e di porre
in essere azioni di contrasto.
L’Europa, dopo alcune
indagini, a livello di gruppi di
Paesi, ha dato vita nel 2011
al Fuel Poverty Network,
che ha come obiettivi porre
attenzione e far crescere la
consapevolezza intorno a
questo problema a livello
comunitario.
Ma come si interviene per
superare o almeno ridurre
la gravità del fenomeno?
Sicuramente non ci si può
fermare ai sussidi in denaro
erogati da enti pubblici o
ad interventi caritatevoli
delle singole associazioni di
volontariato. Misure di questo
tipo possono tamponare e
trovare soluzioni – e solo
temporanee – per un numero
limitato di casi.
Fondamentale, invece, è
intervenire in maniera duratura
su una delle radici del
problema. Se ridurre i prezzi
del carburante può essere
un’azione troppo complessa
da mettere in pratica (per le
implicazioni che porta con
sé), allora la via migliore è
quella di rendere più efficienti
le abitazioni. Sostituzione di
vecchi infissi, interventi di
coibentazione, sostituzioni
di caldaie e scaldabagni,
installazione di sistemi
che sfruttano le energie
rinnovabili: una casa che
disperde meno è una casa
che necessita di meno calore
per essere riscaldata (oltre
a essere più confortevole
e ambientalmente più
sostenibile).
Torniamo al Regno Unito. Di
67
recente il governo scozzese
ha stabilito che – per il biennio
2014-2015 – utilizzerà una
parte del denaro proveniente
dal Home Energy Efficiency
Programme for Scotland,
per migliorare l’efficienza
energetica di appartamenti o
edifici di famiglie in difficoltà
economica. Si tratta di un
fondo di 60 milioni di sterline
(circa 72 milioni di euro) per la
maggioir parte a disposizione
dei cosiddetti Council (aree
amministrative in cui è divisa
la Scozia) mentre, per la parte
restante, delle autorità locali.
L’iniziativa rientra in un
programma più ampio di lotta
alla fuel poverty che vede
proprio nell’efficientamento
degli edifici la risposta più
seria a questo fenomeno con
un piano di finanziamenti di
oltre 250 milioni di sterline
(circa 298 milioni di euro) da
realizzare in tre anni.