City Life Magazine 08 | Page 66

66 CITY LIFE MAGAZINE N.8 popolazione, hanno criticato le conseguenze provocate dalla nuova definizione e dalla revisione dei sistemi di calcolo. Molte famiglie, infatti, pur spendendo una parte rilevante dei loro guadagni in riscaldamento (fino al 30%), non rientrano nella soglia di povertà per pochissime sterline. Con impatto negativo sulla possibilità di accedere ad aiuti e sussidi pubblici, ma positivo sulle percentuali di famiglie in condizione di fuel poverty (diminute rispetto agli anni passati). Appare evidente come il Regno Unito sia la nazione in cui il fenomeno non è solo studiato e attentamente monitorato, ma anche duramente contrastato con apposite politiche. Sono, infatti, numerosi gli interventi che enti pubblici e privati, nazionali e locali, realizzano annualmente per lottare contro questo problema sociale. Da un’indagine dell’Istituto di Ricerca YouGov, del 2011, era emerso un dato preoccupante: oltre 6 milioni di famiglie, circa il 24% della popolazione britannica, non riuscivano a riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. I dati raccolti dal National Energy Action (NEA) dopo la ri-definizione del fenomeno, parlano di 4,5 milioni di famiglie in tutto il Regno Unito. Limitando l’analisi alla sola Inghilterra, un report pubblicato nell’agosto del 2013 dal Department of Energy & Climate Change, stima in 2 milioni e 400 mila le famiglie che vivono situazioni di fuel poverty . Da noi, in Italia, non esistono dati precisi. Sappiamo però che le persone “povere” o “a rischio” di povertà continuano ad aumentare in numero. Congiuntura economica globale che s’innesta su una situazione economica italiana già indebolita, perdita del posto di lavoro e difficoltà ad accedervi, stretta creditizia e aumento dei beni di consumo sono i principali responsabili di questa continua discesa verso il basso di quella che un tempo era la classe media. Secondo i dati ISTAT, nel 2012 il 12,7% delle famiglie (3 milioni e 200 mila) poteva definirsi relativamente povero mentre il 6,8% lo era in termini assoluti (quasi 2 milioni). Numeri che sono cresciuti rispetto agli anni precedenti di oltre un punto percentuale. Tra il 2011 e il 2012 è aumentata sia l’incidenza della cosiddetta povertà relativa (dall’11,1% al 12,7%) sia quella di povertà assoluta (dal 5,2% al 6,8%), al nord, al