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CITY LIFE MAGAZINE N.8
Se è evidente lo sforzo ancora necessario
per una crescita duratura e sostenibile, non
sfuggono le opportunità che questo Paese
può comunque offrire.
Un ruolo trainante nella crescita economica
brasiliana è sicuramente svolto dal
settore energetico, essendo il Brasile
eccezionalmente ricco di risorse sia
rinnovabili che fossili. I consumi di energia
primaria da fonti fossili e nucleare brasiliani
hanno raggiunto nel 2011 quota 151 Mtep,
il 56% del mix di energia primaria, mentre
il restante 44% è stato coperto da FER
con consumi pari a 116 Mtep. Tra le FER
le bioenergie, che rappresentano il 67%
del mix rinnovabile, sono prevalenti con
una domanda di 78 Mtep. Nel campo
dei biocarburanti il Brasile vanta infatti
ancora oggi la maggiore flotta di veicoli ad
etanolo al mondo, grazie ad un pioneristico
programma di sviluppo del settore avviato
alla fine degli anni ‘70. Anche nella
generazione di energia elettrica (532 TWh)
le rinnovabili sono fortemente prevalenti
con 464 TWh prodotti (l’87% del mix) e tra
le FER è dominante l’idroelettrico con una
produzione pari a 429 TWh, il 92% nel mix
da rinnovabili. Il trend di crescita delle FER
in Brasile è destinato a continuare anche in
futuro. Nel 2035 si prevede che i consumi
di energie rinnovabili, pur mantenendo un
peso sui consumi di energia primaria pari
al 43%, aumenteranno in termini assoluti
dell’80%, toccando quota 207 Mtep. Nella
generazione elettrica si passerà dai 464
TWh attuali agli 862 TWh.
Il Brasile è attualmente al centro di
importanti investimenti anche nel settore
delle fonti fossili. Le riserve provate
di idrocarburi brasiliane sono infatti
consistenti: circa 15 miliardi di barili di
petrolio e 460 miliardi di metri cubi di gas
naturale per una produzione di petrolio
che, nel 2012, ha raggiunto 2,16 milioni di
barili/giorno e una produzione di gas che
è stata pari a 18 miliardi di mc. Anche in
questo campo le prospettive sono positive:
secondo la IEA, la produzione di petrolio
salirà a 6 milioni di barili/giorno nel 2035,
una cifra che porterà il Brasile a divenire
uno dei principali protagonisti del settore.
Anche la produzione di gas aumenterà e
toccherà quota 38 miliardi di metri cubi nel
2020 e 92 miliardi di metri cubi nel 2035.
Dal punto di vista ambientale, il settore
energetico brasiliano presenta una
peculiarità che lo contraddistingue da
molte economie mondiali: le maggiori
fonti di emissioni del Paese sono legate
infatti al settore agricolo (35% del totale) e
non al comparto energia. In particolare, le
emissioni di CO2 brasiliane, associate al
settore energia, nel 2011 sono ammontate
a 409 milioni di tonnellate equivalenti, un
valore quasi pari a quello delle emissioni
italiane (309 Mt), e largamente inferiore
a quello dell’Unione europea (3.542 Mt),
degli Stati Uniti (5.287 Mt) e di alcuni paesi
BRICS come Cina (7.954 Mt), Russia (1.653
Mt) ed India (1.745 Mt).
Coniugare il soddisfacimento della
crescente domanda energetica nazionale
(480 Mtep nel 2035 secondo il New
Policies Scenario della IEA) con un duraturo
trend di sviluppo delle fonti rinnovabili e
di sostenibilità ambientale, trasformare
quindi “il verde in oro”, sarà la vera sfida
mondiale del Brasile per i prossimi anni.
Vincerla richiederà anche il superamento di
alcune criticità tra cui la presenza di ingenti
investimenti in nuovi impianti, il rispetto
dei vincoli ambientali e lo snellimento
dell’attuale quadro autorizzativo