ACCESSO ALL’ENERGIA
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Mongolia
Elettricità dal sole
per i pastori nomadi
Alessandro Seregni
Tra i luoghi nel mondo in
cui il tempo sembra essersi
fermato trova un posto
di diritto la Mongolia. Dei
2milioni 800mila abitanti
che popolano questo
sterminato territorio fra
Cina e Russia, 800mila
sono nomadi che vivono in
grandi tende circolari – ger
o gher in lingua locale – e
si dedicano alla pastorizia,
tutto secondo usi e costumi
antichi di secoli.
Unica deroga alla
tradizione è la presenza
di motociclette, che alle
nostre latitudini sarebbero
giudicate “d’epoca”, e di
malandati pick-up con i
quali le famiglie si servono
per spostarsi da pascolo
in pascolo. Altrimenti sono
ancora i carri trainati da
cavalli i mezzi di trasporto
più utilizzati.
Ciò porterebbe, dunque, a
immaginare che appendici
della modernità come
lampadine elettriche,
apparecchi radio e tv,
dispositivi mobile o PC non
abbiano ancora varcato la
soglia di queste particolari
abitazioni.
In realtà un progetto delle
autorità locali lanciato nel
2000, ma supportato in
maniera decisiva dalla World
Bank a partire dal 2006, ha
cambiato questa situazione,
portando molte famiglie
off-grid delle zone rurali
a poter usufruire di fonti
energetiche moderne, sicure
e soprattutto sostenibili
sia da un punto di vista
ambientale che economico.
Grazie al programma
chiamato National 100,000
Solar Ger Electrification
Program ben 500mila
mongoli, circa il 70% di
coloro che vivono nomadi,