FEATURES
sottoposti a respirazione meccanica) fino ai
sistemi di termoregolazione per il controllo di
forni industriali.
Un esempio tutto italiano di unione fra
tecnologia e fuzzy logic è stato quello della
lavatrice “Margherita Dialogic”, della Ariston
(Gruppo Merloni). Immessa sul mercato
nel 1999, veniva presentata come un
elettrodomestico “intelligente” perché era in
grado di comunicare con altri dispositivi. La
sua diversità stava, poi, nell’essere dotata
di un’anima digitale basata su sensori e
microcontrollori specifici e di un software
modellato sulla logica fuzzy.
Ritorniamo alla domanda iniziale. Solo passato o
si vedono prospettive di futuri sviluppi?
“Come direbbero gli americani ‘fuzzy logic
is here to stay’”. A dirlo è Stefano MarsiliLibelli, professore ordinario del Dipartimento di
Ingegneria dell’Informazione presso l’Università
degli Studi di Firenze.
Per l’accademico italiano – che a lungo si
è occupato di queste tematiche – la logica
fuzzy non solo è tutt’altro che sorpassata,
ma continua ad avere interazioni con le azioni
quotidiane. Anche se spesso non ne abbiamo
coscienza. “Tra le più interessanti applicazioni,
possiamo indicare i sistemi di parking assist
montati sulle autovetture. Pensiamo anche al
settore energy: esistono inverter per il controllo
dei motori elettrici basati sulla logica fuzzy”
continua Marsili-Libelli.
“È possibile che l’inverter riesca sia a leggere
il grado di recepimento della rete sia ad
ottimizzare il surplus che l’utenza può riversare
in essa e la sua capacità di assorbimento. È,
infatti, proprio la fuzzy logic che sovraintende
la realizzazione di questi bilanci energetici”. In
conclusione riteniamo che la logica fuzzy, pur
se non più con lo stesso appealing che aveva
avuto agli inizi degli anni ‘90, possa ancora
rappresentare un’area di ricerca e sviluppo.
Sarà interessante monitorarne la diffusione e
soprattutto le nuove aree applicative.
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