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CITY LIFE MAGAZINE N.7
Quali sono le garanzie di riservatezza
e privacy per i cittadini visto che
praticamente tutte le attività esterne
sono più o meno direttamente
monitorate da sensori?
La progressiva evoluzione delle città
odierne verso lo scenario delle Smart
Cities richiede una serie di cambiamenti
strutturali e tecnologici che devono essere
adeguatamente integrati e coordinati al fine
di generare valore aggiunto sul territorio e
migliorare la qualità della vita delle persone.
Talvolta le innovazioni sono percepite in modo
negativo dai cittadini e la possibile lesione
della privacy è uno degli aspetti più dibattuti.
La progressiva automatizzazione dei servizi
(commercio, sicurezza, comunicazione, etc.)
espone le persone al serio rischio di intrusioni
esterne nella propria sfera personale, a causa
dalla grande quantità di dati sensibili che
vengono condivisi.
La difesa dei propri dati sensibili è comunque
prevista espressamente, oltre che dalla
legislazione nazionale, dal sistema normativo
Europeo che inserisce il “Diritto alla privacy
e alla protezione dei dati personali” tra i
principali Diritti Fondamentali garantiti e
tutelati. È tuttavia opportuno accompagnare i
processi di integrazione di sistemi tecnologici
innovativi con un’adeguata campagna di
comunicazione (in grado di illustrare gli scopi
della tecnologia, gli effettivi miglioramenti che
essa genera) e un’attenta analisi del ruolo che
essi giocano all’interno del contesto sociale,
studiando i limiti entro il quale i sistemi
entrano in contatto con le libertà individuali
delle persone.
Appare particolarmente stretto
il rapporto fra i nuovi progetti
e la necessità di formazione. Quali
sono le attività formative che sono
state attivate e quali le nuove figure
professionali che si sono andate
a costituire? Il processo ha portato
alla nascita di nuovi posti di lavoro?
Per diventare una Smart City è innanzitutto
necessario che all’interno della stessa
Amministrazione ci siano figure
adeguatamente formate per poter affrontare
la complessità di tale sfida. Per questo
motivo è stata organizzata una prima edizione
del corso “Management della Smart City”,
che si ripeterà il prossimo autunno, rivolto ai
dipendenti pubblici.
Il corso è stato stimolato dalla Città di
Torino attraverso un percorso di analisi
dei fabbisogni di competenze – svolto
in collaborazione con l’Anci tramite
l’Osservatorio Nazionale sulle Smart Cities
– e finanziato attraverso la partecipazione
al bando annuale promosso da Inps-Ex
gestione Inpdap. Il contenuto del percorso
formativo è stato elaborato in collaborazione
con Politecnico e Università di Torino,
sulla base dei temi emersi nel corso
dell’analisi condotta dall’Amministrazione.
Complessivamente sono stati coinvolti 40
partecipanti.
Inoltre terremo a Torino, nel periodo marzogiugno 2014, un corso sulle Smart City rivolto
agli amministratori under 35 dei Comuni di
tutto il territorio nazionale.
Tale corso, promosso dall’Anci e realizzato
dalla Città di Torino in partenariato con
il Politecnico di Torino, ha l’obiettivo di
accrescere le competenze anche dei giovani
Amministratori sui temi afferenti la “città
intelligente”.
D’altro canto è importante sottolineare
come nel 2013 il sistema di attività relativo
all’ambito della green economy in Piemonte
abbia consentito la creazione di 3660 posti
di lavoro di cui ben 2300 nella città di Torino,
come riportato nel rapporto Greenitaly
2013 pubblicato lo scorso novembre da
UNIONCAMERE e Symbola.
C’è quindi una percentuale sempre più
rilevante di imprese che investono nei
comparti della green-tech e della clean-tech
per rilanciare la propria attività anche al di
fuori dei confini regionali e nazionali e che
possono certamente rappresentare uno
dei cardini principali per rilanciare il nostro
territorio.