City Life Magazine 06 | Page 22

22 CITY LIFE MAGAZINE non secondario, l’alto costo dell’energia nel nostro Paese. La risposta che è stata fornita dal comparto è stata di natura interna, ed è stata la via dell’efficienza energetica che, sempre misurata rispetto al 1990, mostra un trend positivo che arriva a consuntivare un 44,5%, quindi molto oltre l’obiettivo europeo al 2020 del 20%. Infine, è intervenuto il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e l’acqua, ing. Guido Bortoni che ha illuminato l’assise sui nuovi strumenti normativi volti a favorire l’efficienza energetica, come il nuovo strumento dei certificati bianchi per i grandi progetti, quasi tutti industriali; si tratta di un’invenzione normativa tutta italiana, tanto buona da essere riproposta da altri paesi con analoghe vocazioni industriali. L’auspicio è che la progressiva adozione da parte dell’utenza di riferimento possa aprire una sorta di sottomercato in rinforzo a quello già esistente dei TEE, attualmente un po’ languente, che metta in concorrenza le varie tecnologie di consumo, premiando quella più performante. Si vuole così andare a regolamentare la negoziazione fra i progetti di ristrutturazione di nuovi impianti con la spinta innovatrice dell’industria. Elemento fondamentale, ma non scontato, è quello dell’individuazione di un prezzo medio del singolo certificato da individuare ex ante, e riferentesi al periodo, piuttosto ampio, del successivo risparmio energetico, su cui si andrà a basare la bancabilità del progetto e, in termini più generali, la sua liquidabilità. In questo senso gli incentivi assumono un valore diverso da quello classico, e si connotano come riduttore di rischi finalizzati ad agevolare la sicurezza del ritorno economico e quindi a favorire l’investimento e lo start–up del progetto di sostenibilità. Tutto questo, in una fase di crisi come quella che stiamo subendo da ormai un quinquennio, è davvero importante perché consente al progetto di avere maggiori probabilità di essere finanziato e, per di più, a tassi di interesse più bassi, rilevandosi così un benificio complessivo per tutto il mondo industriale. Infine, è in fieri il Fondo di garanzia per l’efficienza energetica, avente la finalità di curare le iniziative di efficienza contro rischi fallimentari, iniziativa a cui l’Aeeg tiene molto, al punto da promuovere la dotazione iniziale di tale fondo attraverso la Cassa Conguaglio, al fine di strutturarlo in tempi rapidi. Si noti che il ricorso al fondo – che è di garanzia – può benissimo affiancarsi alla remunerazione derivante dal certificato bianco, senza imbattersi in alcuna contraddizione normativa, ossia le due forme di promozione sono cumulabili, con evidente beneficio per gli utenti. Tirando le fila del discorso possiamo enucleare due costanti che hanno accompagnato i vari interventi: la prima è il perdurare di un costo dell’energia strutturalmente troppo alto, al punto da diventare spiazzante per la produzione e gli investimenti. Da cui se ne ricava un’incapacità del sistema-Paese di dotarsi dei necessari, molteplici rimedi per superare tale piaga: infrastrutture specifiche del settore energetico (rigassificatori, elettrodotti di frontiera, magliatura della MT), diversificazione delle fonti di approvvigionamento, hub dell’energia (gas, elettricità) ecc. Dall’altra, il miglioramento complessivo che comunque c’è stato, è stato principalmente frutto di iniziative del singolo gruppo ovvero del comparto di riferimento, piuttosto che di una linea politica di sviluppo per l’industria e la pianificazione energetica. Solo ultimamente le due azioni stanno convergendo, al fine di delineare, molto faticosamente, un nuovo modello di organizzazione economico-industriale capace di sostenere e superare le sfide della Globalizzazione.