City Life Magazine 06 | Page 19

CITY LIFE MAGAZINE 6/2013 situazione che crea un’emorragia nella tenuta delle posizioni di mercato, al punto che molte delle aziende energivore non potranno sopravvivere in Italia senza un più conveniente metodo di approvvigionamento di tale risorsa e un potenziamento nella razionalizzazione degli impieghi. Di conseguenza, l’ulteriore efficientamento dei processi produttivi è diventato un obiettivo prioritario da raggiungere nel più breve tempo possibile e le incentivazioni per il risparmio energetico mediante i titoli di efficienza energetica o certificati bianchi (TEE o C.B.) hanno fornito una buona spinta all’ammodernamento. In tale scia si è inserito Antonio Gozzi presidente di Federacciai che ha voluto rimarcare, in questa fase di crisi economica generalizzata e di altissima sofferenza per l’industria pesante italiana (ILVA), i profondi progressi effettuati dalle aziende del proprio comparto, specificatamente nella transazione nell’uso dei forni, da quelli tradizionali, l’altoforno a carbone, che rappresenta una modalità iper-energivora a fortissimo impatto ambientale, verso quelli elettrici, dove l’Italia dispone di una leadership tecnologica internazionale, sia negli impieghi che nella progettazione. Tale metodologia di lavorazione consente, fra le altre cose, di ovviare al non facile problema della disponibilità di materie prime da reperire nella zona di produzione. Nel complesso, l’industria pesante italiana ha fatto moltissimo in termini di miglioramento elettrico, al fine di gestire le curve di carico dei forni in maniera ottimale, con l’adozione massiccia di meccanismi di automazione e l’attivazione di sottostazioni elettriche ad hoc; mediante la riduzione dei consumi di gas destinato ai forni di riscaldo attraverso la tecnologia dei refrattari; nell’insieme di interventi sui motori elettrici già in processo. Nota dolente rimane, accanto all’eccessivo costo dell’energia, anche le grandissime difficoltà normative causate dalla delocalizzazione amministrativa a seguito della riforma del capitolo V°della Costituzione, che ha provocato, in moltissime regioni italiane, la deficienza di un rapporto costruttivo e propulsivo fra la pubblica amministrazione e gli imprenditori degli acciai, 19 con gravissima sofferenza per le produzioni attuali e quelle in progettazioni. La questione dello spropositato costo dell’energia è ripresa da Paolo Culicchi presidente di Assocarta, che ha evidenziato come gli approvvigionamenti di fonti energetiche rappresentano per le cartiere la seconda voce di costo, con un’incidenza valutabile fino al 40% dei costi di produzione. In simili condizioni, il settore da sempre ha dovuto mantenere i più alti livelli di efficienza nell’impiego dell’energia, con un miglioramento di oltre il 20% registrato negli ultimi diciassette anni. Inoltre, la possibilità di impiegare nel proprio processo sia il vapore (il settore utilizza circa 50.000 TJ di vapore ogni anno, per il 95% autoprodotto), sia l’energia elettrica, ha favorito, dove le dimensioni lo hanno consentito, l’introduzione di moderni sistemi di cogenerazione, con effetti positivi sul consumo di fonti primarie, ridotte di un terzo rispetto al necessario. Sempre in tema di ottimizzazione nell’approvvigionamento