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CITY LIFE MAGAZINE
STOCCOLMA CAPITALE VERDE D’EUROPA
2010 GRAZIE AL TELERISCALDAMENTO
Il legame fra
teleriscaldamento e città
di Stoccolma, in Svezia, è
profondo e di lunga data.
I primi impianti operanti
risalgono addirittura a circa
60 anni fa. 15 anni fa a
seguito delle liberalizzazioni
nel settore energetico,
la società pubblica che
gestiva il servizio venne in
parte privatizzata rimanendo
al 50% di proprietà del
comune di Stoccolma e per
l’altra metà di un’azienda
sussidiaria della Fortum,
società finlandese che
opera nei Paesi scandinavi
e nelle nazioni che si
affacciano sul Baltico.
Ad oggi (dati 2012) il 7580% delle abitazioni e degli
uffici della capitale svedese
sono teleriscaldati. Si tratta
essenzialmente di edifici
a più piani adibiti a spazi
commerciali e abitativi
(condomini). Molte meno,
invece, le case singole
interessate dal servizio.
E i risultati di questa politica
lungimirante sono tangibili.
Nel periodo 1990-2005, si è
registrata una riduzione del
35% delle emissioni di CO2
dovute alla produzione di
calore. Se poi si considera
il periodo dal 1980, si
scopre che il biossido di
zolfo è calato del 95%, il
NOx dell’80%, le emissioni
di sostanze quali benzene,
monossido di carbonio,
biossido di zolfo, piombo e
particolato fine, arsenico,
cadmio, nichel, si sono
attestate su valori inferiori
a quelle minime stabilite
dall’Unione Europea. Tutti
risultati riconosciuti dalla
comunità internazionale che
hanno portato Stoccolma a
essere dichiarata Capitale
Verde d’Europa 2010.
Il calore viene prodotto in 5
impianti situati nell’area di
Stoccolma, ovvero:
1. Högdalen, impianto
da 500 kton da
incenerimento di rifiuti
industriali;
2. Värta, 300 kton da
carbone 35 kton da
scarti della lavorazione
delle olive 20-80 kton da
olio biologico e pompe di
calore;
3. Hammarby 40 kton da
olio biologico e pompe di
calore;
4. Hässelby, 300 kton da
pellets;
5. Brista, 360 ton da
cippato di legna.
La stragrande maggioranza
della produzione è
rappresentata dal calore
(85%), seguito dall’elettricità
(12%) e dal freddo (4%).
Per quanto riguarda la
provenienza dell’energia
prodotta si ha il 30% da
biocombustibili, il 21%
da rifiuti e combustibile di
riciclo, il 16% da acque
reflue, cascami energetici
ed energia del mare.
Tra i progetti già avviati
o ancora da avviare si
segnalano quelli legati al
“freddo” (importante quanto
il “calore” per il controllo
del clima negli ambienti
chiusi). A questo proposito
si sta valutando anche
l’ipotesi di ottenere il freddo
dall’acqua di mare a bassa
temperatura prelevandola in
modo diretto vicino al sito di
Värta.
Per quanto riguarda
le pompe di calore,
invece, si pensa a un
Teleriscaldamento detto
“aperto”, ovvero basato
sull’acquisto di calore in
surplus da altri clienti come
negozi di alimentari, piste
di pattinaggio su ghiaccio,
centri di informatica,
industrie alimentari e altri.
Un primo progetto pilota è
partito nel gennaio del 2012,
coinvolgendo un grande
supermercato alimentare.