City Life Magazine 05 | Page 38

38 CITY LIFE MAGAZINE transalpina più a buon mercato. Eppure, per diabolica incongruenza del mercato nostrano, il consumatore italiano, famiglia o impresa che sia, è quello che paga la bolletta elettrica più cara d’Europa. Ma allora, l’intero progetto è perduto? Si è trattato solo di una bella utopia? Evidentemente occorre rivedere la strategia di sviluppo e rielaborare il progetto iniziale. In particolare è fondamentale allacciare nuovi e più forti rapporti con le varie comunità locali sia per rendere più gradito alla popolazione l’insediamento energetico, sia ancor più per stimolare alcune possibili attività industriali connesse all’impianto stesso. Probabilmente la strada del successo passa dal “particolare al generale”, dando la preferenza a progetti locali, decentrati e reversibili piuttosto che a grandi progetti centralizzati. La “ragnatela energetica” va sviluppata a piccoli passi, in armonia con le esigenze del territorio ospitante ed è con esso che deve crescere e implementarsi. Un simile diverso approccio favorirebbe la gradualità del progetto consentendo quell’imprescindibile amalgama fra le diverse comunità e i differenti paesi. Inoltre, una maggiore progressività consentirebbe di raggiungere una più facile e meno traumatica convergenza di prezzi fra i mercati elettrici delle due sponde del Mediterraneo, quello più maturo dell’Europa e quello più effervescente ma incerto del Nord Africa. In effetti, entro il 2015 la domanda dei paesi del Sud e dell’Est Mediterraneo ammonterà al 42% della domanda totale del bacino (nel 2006 era solo il 29%) e la Turchia diventerà il secondo consumatore. La partita, allora, si gioca sulla tipologia di fonte da cui approvvigionarsi per generare la futura produzione, in quanto per l’offerta di energia, i combustibili fossili, nell’area in esame, continuano e continueranno ancora a farla da padroni. A oggi, infatti, a Sud e a Est del mare nostrum, tali fonti rappresentano circa il 90% dell’approvvigionamento energetico. Tutto ciò, oltre a costituire un’ingombrante dipendenza politico-energetica, causerà un potente aumento delle emissioni di CO2: da qui al 2025, è previsto un incremento del 119% nelle emissioni derivanti dai Paesi dell’Est e del Sud. Per questo, la generazione di energia pulita può svolgere un ruolo cruciale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e garantire la transizione verso un Mediterraneo più sostenibile, transizione fattasi quanto mai urgente, forse, più ancora, imprescindibile. Eppure, l’attecchimento e successivo decollo delle FER nell’area meridionale del Mediterraneo, come visto, non è così scontata come sembrava sulla carta, malgrado molte condizioni climaticoambientali favorevoli. Se perciò si riuscirà a effettuare una veloce riconversione dei megaprogetti forse si riuscirà ancora a prendere il treno della transizione creando un’industria alternativa a quella tradizionale degli idrocarburi.