CITY LIFE MAGAZINE 5/2013
distanza in mezzo al deserto, per indirizzare
la produzione inizialmente verso l’export in
altro continente. Una simile mega-struttura,
si articola su un’operatività pluridecennale,
con non poche difficoltà tecnico-logistiche
e sotto l’angosciante spada di Damocle
rappresentata dall’incognita prezzo:
riuscirà la costellazione di centrali a essere
competitiva, pur a distanza di anni? Per di
più il contesto economico in cui si sarebbe
dovuta avviare la fase operativa si rivela
profondamente diverso da quella iniziale in
cui il programma venne progettato a causa
della persistente crisi economica, che si
riverbera come crisi della domanda elettrica
causando ulteriori difficoltà di sostenibilità
produttiva.
Peraltro, se in questo lasso temporale si
riuscisse comunque a realizzare il mega
progetto, esso si rivelerebbe estremamente
rovinoso alternativamente per il parco
centrali europeo ovvero per la stessa
infrastruttura Desertec: nel primo caso
perché potenzialmente spiazzante degli
impianti tradizionali (termici e FER) già
operativi nel vecchio continente se l’energia
generata risultasse troppo economica; nel
secondo perché sovradimensionato nella
produzione rispetto alle reali richieste del
mercato euro-mediterraneo, attualmente
ancora piagato dalla crisi, cui si è aggiunta
quella politica nel nord Africa.
Il secondo tipo di problematica concerne
la questione politica, sia inerente