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CITY LIFE MAGAZINE
un particolare carburante
risultato di un’innovativo
processo di lavorazione
dello zucchero. Da ultimo
– ed è notizia dell’inizio
di agosto – citiamo un
esperimento portato a buon
fine dalla Pordue University,
nell’Indiana (Stati Uniti): il
volo di un Embrarer Phenom
100 parzialmente alimentato
a biocarburante. I ricercatori
dell’università americana –
prima ad avere una scuola
di volo – hanno sviluppato
una miscela “green”
partendo da una pianta, la
Camelina, già in passato
sfruttata per la produzione
di biofuel. Sempre negli
USA, il presidente Obama
ha da poco riconfermato
per altri cinque anni il
programma “Farm to Fly”.
Nato nel 2010, questa
iniziativa ha come obiettivo
lo studio e la ricerca delle
migliori soluzioni per la
produzione di carburante a
basse emissioni destinato
all’aviazione. Sono coinvolte
istituzioni come il Mistero
dell’agricoltura statunitense
e l’ente nazionale per
l’avizione oltre a soggetti
fra i quali Boing. Gli obiettivi
sono di natura ambientale
(maggiore sostenibilità) ed
economica, con la ricerca
di nuove vie di sviluppo per
l’agricoltura americana e per
le aziende di biofuel.
Anche la Commissione
Europea ha lanciato, nel
2011, l’iniziativa “European
Advanced Biofuels
Flightpath”. Si tratta di
una roadmap pensata per
raggiungere il risultato di
due milioni di tonnellate
di biocarburante per
aerei prodotte ogni anno
entro il 2020. Collaborano
all’iniziativa compagnie
aeree come Lufthansa,
Air France-KLM e British
Airways e aziende
produttrici di biofuel quali
Choron Industries, Neste
Oil, Biomass Technology
Group e UOP.
Da noi in Italia cosa accade?
Recentemente l'Ente
Nazionale per l'Aviazione
Civile e il comitato italiano
del World Energy Council,
hanno dato vita all'Italian
Sustainable Aviation Fuel
Forum (ISAFF). L'Isaff ha
l’ambizione di diventare
la piattaforma di raccolta,
scambio e discussione
di informazioni e temi
energetici legati all’aviazione
e il catalizzatore di iniziative
concrete.