LUGLIO/AGOSTO 2013
livello internazionale nella
produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili
e nella riduzione delle
emissioni di gas ad effetto
serra), ha illustrato un
particolare caso di successo
sviluppato dalla sua azienda
nel Sud America, che si
ritiene essere facilmente
declinabile nelle regioni del
Mediterraneo. Il progetto
prevede la generazione di
energia elettrica in piccoli
villaggi off-grid tramite
l’utilizzo di olio vegetale,
ottenuto da colture locali,
e di impianti fotovoltaici;
un progetto energetico
con un’importante valenza
sociale che vedrà una
partecipazione attiva
della popolazione al
miglioramento delle proprie
condizioni di vita.
Dunque questo è il percorso
che probabilmente si andrà
a seguire per promuovere
le FER nel Mediterraneo,
tuttavia affinché l’operazione
possa avere pieno successo
si necessita ancora di una
condivisione universale che
riassuma gli sforzi verso una
rosa selezionata di obiettivi.
È per una simile necessità
che si è inteso salire di
livello approdando a quello
politico, al fine di poter
passare da una soluzione
tecnica, prettamente
locale, ad una strategia
generale pluridecennale,
peraltro seguendo un
approccio che, nel settore
energetico dovrebbe
essere la norma, specie
per progetti così ampi,
ossia la programmazione
pluridecennale.
Nel tirare le fila della nostra
riflessione, non possiamo
non cogliere nell’insieme di
tutte queste iniziative una
reale possibilità di rilancio
dell’azione politica estera
italiana nel Mediterraneo,
utilizzando l’energia
quale strumento per
l’intensificazione dei rapporti
con i partner mediterranei
e la costruzione di nuova
leadership sia nel campo
strategico dell’energia, sia,
a maggior ragione, in quello
più ampio delle relazioni
industriali.
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