City Life Magazine 03 | Page 40

40 CITY LIFE MAGAZINE solo competenza e volontà di cercarli. Nelle aziende industriali, frequentemente, da una parte si smaltisce calore, mentre dall’altra se ne produce e consuma per un altro scopo. Ad esempio si smaltisce acqua (calda) che proviene dal raffreddamento di processi, ma contemporaneamente si fanno andare le caldaie per riscaldare lo stabilimento e gli uffici. Se invece mettiamo in comunicazione i due sistemi possiamo recuperare il calore smaltito riducendo il funzionamento delle caldaie. Un potenziale di recupero emerge ad esempio quando l’azienda ha bisogno di raffrescare alcuni processi tutto l’anno, cosa normalmente effettuata attraverso gruppi frigo elettrici. Ma se invece, nel periodo invernale, recuperassimo dell’energia frigorifera dall’aria esterna, quando il clima lo consente? Ovviamente si risparmierebbe. Questo è ciò che ha fatto Tetra Pak nel suo sito produttivo di Rubiera (RE), con il supporto di Airklima che ha ideato e ingegnerizzato il sistema: un impianto di “Free Cooling”, che nel periodo invernale recupera l’energia frigorifera dall’esterno e la utilizza per il raffrescamento del processo di produzione del noto contenitore in materiale poliaccoppiato, utilizzato per il confezionamento di molti prodotti alimentari, prevalentemente liquidi. L’impianto di Free Cooling è entrato in funzione all’inizio della stagione invernale 2012/2013. Nel corso dell’inverno ha consentito un risparmio di 1.200 KWh/ anno di energia primaria, con un risparmio annuale di € 60/65mila e un contributo in Certificati Bianchi di circa € 25/30 mila/ anno per 5 anni. Il ritorno dell’investimento è inferiore a 2 anni. Per produrre gratuitamente gli stessi kwh di energia primaria, con, ad esempio, un impianto fotovoltaico, l’investimento richiesto sarebbe stato sette/otto volte l’investimento del Free Cooling. Per non contare la nettamente più elevata impronta ambientale della produzione dei pannelli di silicio. L’incentivo, che grava sulle bollette elettriche, sarebbe stato abbondantemente superiore a € 100 mila/anno per 20 anni, contro i € 25/30 mila per 5 anni dei TEE. € 120/150 mila, contro gli oltre due milioni EUR del fotovoltaico. Ovviamente non sempre troviamo condizioni così favorevoli, ma le opportunità sono molteplici: occorre la volontà per cercarle, la competenza per trovarle e il senso strategico dei benefici economici per l’azienda, di quelli ambientali e di unimpiego più efficiente delle risorse per tutti. La riduzione dei consumi deve venire prima della produzione efficiente e rinnovabile dell’energia di cui non riusciamo a fare a meno: “Quello che non si consuma, non deve essere prodotto”.