City Life Magazine 02 | Page 75

CITY LIFE MAGAZINE 75 Per una luce sostenibile e senza rischi di Marta Mazzanti I vantaggi derivanti dall’accesso a un’illuminazione moderna non si limitano alla pur importante opportunità di svolgere attività anche dopo il tramonto. Molto spesso, per le popolazioni povere nel mondo, il gesto di “accendere la luce” corrisponde a bruciare kerosene o petrolio contenuto in rudimentali e poco efficienti lampade. Un sistema altamente nocivo per la salute, costoso, e in generale, non sostenibile dal punto di vista ambientale. Tuttavia se il terzo aspetto ha riflessi importanti, ma valutabili a lungo termine, i primi due hanno un impatto immediato sulle popolazioni che vivono in abitazioni anguste, mal areate e costruite senza seguire alcun standard di sicurezza. Persone che, inoltre, si vedono costrette a impiegare le poche entrate nell’acquisto di combustibile (circa il 30% del salario per coloro che vivono con due dollari al giorno). Secondo il Global Burden of Disease Study pubblicato nel dicembre del 2012, le lampade a kerosene sono l’unica fonte di illuminazione per circa il 20% di quegli individui che non hanno accesso all’energia. Si stima che ogni anno vengano bruciati 77 miliardi di miscele liquide (soprattutto kerosene) per illuminazione. Si calcola che sono almeno 2 milioni i decessi nel mondo per malattie legate all’inalazione di fumi nocivi derivanti dalla combustine di biomasse o idrocarburi (per illiuminazione, cottura dei cibi o riscaldamento). Per la World Bank ciò equivalrebbe a fumare due pacchetti al giorno di sigarette, Inoltre, nella sola India, sono oltre 2 milioni le persone che si ustionano a causa di lampade a kerosene artigianali e ricavate da contenitori non ideonei.