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CITY LIFE MAGAZINE
Dove sono i problemi?
Per molto tempo la domanda di ESCo è stata
dominata dalla Pubblica Amministrazione, più
che dall’impresa privata, industriale o meno.
La PA è un pagatore lento, ma eroga servizi
insostituibili. Si possono definire contratti anche
a lungo termine. Oggi è aumentata la domanda
di efficienza da parte delle Imprese Private, e
contemporaneamente è aumentata la domanda
di risorse finanziarie. La questione finanziaria è
la questione chiave. Gli investimenti in efficienza
costano e hanno spesso tempi di ritorno
superiori agli orizzonti di budget delle imprese.
Anche quando i pay-back sono interessanti,
sotto i due anni, il loro finanziamento è in
concorrenza con il core-business. Inoltre il
costo fisso di un contratto ESCo è elevato.
L’efficienza generata, inoltre, è più difficile da
misurare rispetto alla produzione di energia. Si
tratta quindi di concause che tendono a limitare
l’attività delle ESCo sull’industria e a tenere
elevati gli importi minimi di investimento, di fatto
escludendo le PMI. Il problema dell’accesso al
mercato dei capitali inoltre vale anche per loro.
Il mondo del credito non conosce l’argomento
e soprattutto non è strutturato per operare
su progetti di piccolo importo. AssoESCo sta
lavorando su questo tema, al fine di riuscire ad
aiutare il sistema finanziario e bancario.
Lo fa cercando di rendere stabile il meccanismo
dei TEE, e operando affinché si trasformino in
uno strumento di garanzia nei confronti delle
banche.
Da questo punto di vista nutriamo aspettative
positive. Il meccanismo, di ideazione italiana,
è stato fatto proprio dalla Comunità Europea e
proprio in questi giorni il governo sta lavorando
sul consolidamento del sistema dei TEE.
In secondo luogo, lavorando sulla certificazione
delle ESCo, che deve garantire il rischio tecnico.
Una ESCo certificata ha una credibilità superiore
nel momento in cui certifica un risparmio e
quindi la possibilità per l’azienda cliente di
pagare le rate del prestito.
Terzo, attraverso una maggiore standardizzazione
delle metodologie di misura e raccolta dati,
oltre che dei contratti applicabili, al fine di far
scendere gli importi minimi finanziabili e/o
garantibili. Mi piace concludere ricordando
che: ciò che non si consuma, non deve essere
prodotto.