City Life Magazine 01 | Page 42

42 CITY LIFE MAGAZINE che questa sospensione sia definitiva. Molti di loro non faranno più ritorno sui banchi di scuola, impegnati in un lavoro a tempo pieno. In una nazione che si sforza di uscire dalla povertà, l’educazione è vista da molte famiglie dal basso reddito ancora come un bene superfluo. È stato l’architetto Mohammed Rezwan, direttore e fondatore dell’organizzazione non-profit Shidhulai Swanirvar Sangstha, a trovare una soluzione in grado di tenere insieme tutte le esigenze: trasformare in scuole galleggianti le grosse e tipiche barche che navigano sui fiumi che attraversano il Paese. Il risultato è stato sin da subito sorprendente. Quando si osservano quegli inusuali edifici scolastici non si ha la sensazione di essere di fronte a precari rifugi di fortuna dove trascorrere un po’ tempo – più o meno all’asciutto – in attesa della fine del monsone. Quei barconi non sono solo scuole a tutti gli effetti fornite di banchi, lavagne e librerie, ma scuole tecnologicamente avanzate anche per gli standard occidentali e, in particolare, per quelli italiani. I pannelli solari montati sul tetto delle barche garantiscono l’energia necessaria per far funzionare quanto di elettrico può servire in una classe al passo con i tempi, quindi dai computer, alle stampanti, dalla connessione internet fino a lettori dvd e a telefoni cellulari. Rezwan ha sfruttato un grave e ciclico problema – la rovinosa abbondanza di acqua – e lo ha reso fattore di sviluppo. I tanti fiumi bengalesi hanno incominciato ad essere anche “canali di conoscenza” . A dieci anni dall’avvio, il 14 novembre scorso, il progetto bengalese è stato insignito di un prestigioso riconoscimento quale il WISE Award, il premio che il World Innovation Summit For Education e la Qatar Foundation consegnano ogni anno a progetti selezionati a livello globale. Il mix ben dosato di ingredienti quali innovazione, sostenibilità ambientale, solidarietà, capacità di affrontare e risolvere i problemi ha reso l’idea di Rezwan un modello