City Life Magazine 01 | Page 11

CITY LIFE MAGAZINE 11 Non va persa l’occasione, grandiosa, che si va profilando: la progettualità di un futuro tecnologico costruito sull’uomo e sull’ambiente e non solo sul business D a ormai un decennio si fa un gran parlare sui siti e le riviste, le più diverse, delle cosiddette “Smart City” o città intelligenti, estensione del più definito concetto “Smart Grid”. Per quest’ultimo s’intende una rete di nuova generazione, idonea a dispacciare i flussi in modo bidirezionale, di sostenere i carichi (immissioni e prelievi) del nuovo parco rinnovabili, di sorreggere con la propria ramificazione la futura mobilità elettrica. Nell’insieme, ne risulta una rete evoluta perché molto più “duttile” e performante, capace di rendere possibile l’interazione permanente e polivalente del futuro utente. Tuttavia, se queste sono le premesse, la linea sulle preferenze da esplicitare in ordine ai singoli protocolli esecutivi, è tutta da tracciare, e non priva di molte incertezze e difficoltà. Il punto nodale è da ravvisarsi nella mancata partecipazione e, di conseguenza, la mancata evoluzione del “naturale” partner delle nuove tecnologie, cioè il suo fruitore: il cittadino del 21° secolo. Tanto si è arricchita la parte dell’Offerta, quanto è rimasta ferma, quella della Domanda. Eppure, è sugli input di quest’ultima che si attivano il mercato e soprattutto le istituzioni, in primo luogo quelle locali, proprio perché le più prossime al cittadino e ai corpi intermedi, come le varie associazioni di categoria che quasi sempre si sono dimostrate le più ricettive nel voler sensibilizzare i propri associati. Si rende allora necessaria la promozione di una nuova e più penetrante visione del “mondo smart” dove il cittadino sia soggetto interagente e consapevole e dove la sua gamma di bisogni sia di ispirazione per i relativi applicativi. In questo modo sarà possibile dare contenuto e specificità all’idea “smart”, che altrimenti, come avviene oggi, tende sempre più ad astrarsi, a perdere contatto con le cose e divenire un contenitore dove ogni applicativo sembrerebbe andar bene, senza però dotarsi di contenuti e della relativa caratterizzazione. Se invece viene riposto al centro dei progetti la persona umana e l’insieme delle sue proiezioni (bisogni sogni, desideri...), è possibile effettuare una selezione delle priorità, costruendo per ciascuna di esse la relativa strategia di successo, consapevoli che in un Paese come il nostro, dai mille e più Comuni, le priorità, da una base comune piuttosto generica di livello nazionale, si dovranno poi specificare nelle singole esigenze delle varie città e dei loro cittadini: ecco perciò il porto di Genova, il teleriscaldamento a Torino, la mobilità sostenibile a Parma. Ma per poter far questo, cioè per poter organizzare la