Cinque perle in fondo al mare Nov 2013 | Page 26

il cemento di domani sarà/il mio raccolto in estate... passeranno su di me/su di me/sulle ansie mie/su di me, come dentro me/sulle nostre allegrie/su finte e vere malattie...”. Notevole, come già accennato, l'interpretazione di Morandi. Due ore di polvere è una delle poche canzoni d'amore del disco, accompagnata da un arrangiamento stile West Coast: “... di nuovo fermi ad una stazione ed io/il profumo della costa sento ma giurerei/che intorno la terra non finisce mai/ultimi chilometri pensando se/è il desiderio di evasione che mi porta da te... e non sono più forte di ieri/non sapendo ancora bene perché/cerco te...”. La mia gente, il tema del cambiamento è riproposto in questo brano struggente: “... chi non ha provato a far cambiare il vento/prima di cadere e non rialzarsi più/io lavoro ma sento che/porto tutti in me...” Io vado a sud, propone tematiche tipiche di Fossati riguardanti gli emarginati e il desiderio di libertà: “... nella notte le stazioni sono grandi più che mai/Il mio treno l'ho perduto già da un pezzo oramai/maledetto questo freddo a nord, non passa mai/ehi, tu dove vai?/forse in tasca ho qualche sigaretta, tu ne vuoi?/scusa sai, t'ho svegliato perché ho voglia di parlare se tu vuoi/strana gente noi, nella vita non è bene mettere radici mai...” Il mondo di frutta candita, si tratta senza dubbio del brano più conosciuto dell'intero album, inizia con due endecasillabi molto orecchiabili: “Quante fisarmoniche ho suonato io/sopra i marciapiedi di una strada...", accompagnati da una base ritmica ed un inciso lungo e coinvolgente. In quegli anni era uso per Morandi aprire i suoi concerti con questa canzone, 25