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meno inquinanti, cioè a GNL.
In entrambi i casi non è stato
il prezzo a determinare queste
scelte ma la tutela della salute
e dell’ambiente. Per le crociere
si tratta del benessere sia dei
passeggeri sia degli abitanti di
aree portuali (e costiere, dove
ci pensa il vento a trasportare
l’inquinamento); per i trasporti
pesanti terrestri si tratta di non
“inquinare” sia la qualità dei
prodotti alimentari raccolti negli
stabilimenti, sia l’immagine e
l’idea di salubrità complessiva
degli alimenti e del loro ciclo
produttivo.
Questo spostamento di senso,
dal prezzo all’ambiente, nel
caso degli usi diretti del GNL
sta portando ad una altra
interessante evoluzione, quella
di un mercato visto sempre più
come integrato in tutte le sue
possibili espressioni. Mentre agli
inizi si pensava specificamente e
separatamente ai settori del GNL
marittimo e terrestre stradale,
e altrettanto isolatamente
all’alimentazione delle industrie
isolate e delle reti isolate di
distribuzione, adesso sono
le stesse imprese attive in un
settore o nell’altro che guardano
agli ambiti contigui e sono pronte
ad investire anche in questi.
Gli operatori del “piccolo GNL”
si stanno rendendo sempre
più conto della centralità della
logistica e della disponibilità della
materia prima e prendono atto
che alcuni segmenti della filiera
sono oggi meno remunerativi di
altri (ma potrebbe non essere