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SCENARIO

anni fa grazie a uno studio
dell’università La Sapienza di
Roma in collaborazione con il
Dipartimento informazione per
la sicurezza, il Dis, dipendente
dalla presidenza del Consiglio
dei ministri. Più recentemente,
nell’ottobre scorso, a cura del
Laboratorio nazionale della
cyber security e del Consorzio
interuniversitario nazionale per
l’informatica, è stato presentato
il libro bianco “Il futuro della
Cyber Security in Italia”.
La presa di coscienza
dell’importanza della cyber
security nel nostro Paese
è quasi inesistente, sia nel
mondo imprenditoriale sia
in quello della politica, per
non parlare dell’opinione

pubblica più in generale,
anche se solo di recente sono
stati registrati passi in avanti
nell’individuazione di una
roadmap per l’implementazione
di una strategia nazionale per
la sicurezza. La mancanza di
cultura riguardo i rischi che
possono colpire il cosiddetto
spazio cibernetico interessa
quasi tutti i settori, anche quello
delle infrastrutture energetiche.
“C’è un problema culturale
- afferma Diego Gavagnin,
curatore scientifico della
Conferenza cyber security
energia - che riguarda
soprattutto i vertici delle
aziende. I quadri dirigenziali
sembrano essere invece più
attenti e capaci di intervenire. Il
rischio cibernetico infatti non è
ancora chiaramente percepito
in tutta la sua gravità. Serve
creare una cultura diffusa,
che responsabilizzi tutti gli
attori del processo e permetta
alle aziende del settore di
non nascondere il problema
per timore di affermare una
loro debolezza. Per fortuna,
grazie alle iniziative di alcune
grandi compagnie assicurative,
qualcosa sta cambiando:
avremo infatti i primi rating