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richiesta di proroga dei termini
per la partenza delle gare.
Nella richiesta dei Comuni
l’ultimo intervento normativo
– il decreto ministeriale n.
106/2015 (in vigore dal 29
luglio scorso) modificativo
del decreto ministeriale n.
226/2011 contenente i criteri
di gara – viene giudicato
troppo ravvicinato; specie per
i Sindaci che si trovano per
primi ad applicare le modificate
e ancora complesse normative
e che verrebbero sanzionati
per l’inazione. Per i Comuni,
infatti, la mancanza di dati
e informazioni necessari per
stilare il bando non può essere
addossata (interamente) a loro.
Le istanze degli Enti locali
dovrebbero trovare accoglimento
nel disegno di legge
Concorrenza attualmente in
discussione alla Camera.
La posizione dei Comuni,
peraltro, non è isolata. La
Regione Lombardia, già a luglio,
ha comunicato al Ministero
dello Sviluppo economico,
all’Autorità per l’energia e ai
comuni capofila degli Atem
lombardi che non eserciterà il
potere commissariale previsto
in caso di inerzia degli stessi
NORMATIVA E REGOLAZIONE
approntare strategie per aderire
alle competizioni o, nel peggiore
dei casi, su come valorizzare al
meglio i propri asset.
Per operatori di più piccole
dimensioni si pone infatti il serio
problema dell’avere i requisiti
per la partecipazione ai bandi.
Anche se, a ben vedere, gli
strumenti non mancherebbero,
a cominciare dall’Associazione
temporanea d‘impresa (Ati),
che non è malvista dal Garante
della concorrenza purché sia
uno strumento pro competitivo
e non difensivo. In altri termini
sono accettate ed esortate le
associazioni che aumentano
i partecipanti alla gara, male,
invece, quelle che le riducono.
In questi ultimi mesi, però –
forse, prima della partecipazione
– sono (ri)affiorati i problemi
relativi all’avvio delle procedure
per bandire la gara.
Tanto che la cronaca in materia
è stata densa di accadimenti
che hanno visto protagonisti
diversi soggetti, in primis gli Enti
locali. Quest’ultimi, infatti, hanno
rinnovato, con una lettera del 31
agosto indirizzata al Ministero
dello Sviluppo economico
da Piero Fassino, in qualità
di presidente dell’Anci, una