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47 C I G M A G A Z I N E La bioeconomia in Europa e in Italia Gli obiettivi dell’Unione europea rispetto alle fonti rinnovabili, che sono parte della bioeconomia, sono come si sa molto ambiziosi, sia per quanto riguarda gli usi energetici sia per il comparto dei trasporti. Entro il 2030 dovrà essere prodotto da fonti rinnovabili il 14% della quota di carburante utilizzato, di cui il 3,5% da biocarburanti avanzati. È noto infatti che il biometano, rispetto ai combustibili fossili, riduce le emissioni complessive di gas serra e può quindi contribuire al raggiungimento dei target europei. La filiera biogas–biometano è assai presente in Europa, che è leader mondiale del biogas– biometano, con circa 18 mila impianti operativi di biogas, che producono più di 10 mila megawatt elettrici installati (l’equivalente di circa dieci centrali nucleari). 540 sono gli impianti di biometano, che producono 1,9 miliardi di metri cubi ogni anno. Anche la bioeconomia italiana è un comparto importante: nel 2016 ha raggiunto un valore di produzione di 260 miliardi di euro, l’8,3% del totale del valore dell’economia nazionale. Per numero di impianti operativi di biogas, l’Italia si colloca al quarto posto al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti; in Europa siamo secondi dopo i tedeschi. In Italia sono operativi 1.920 impianti, di cui 1.460 nel settore agricolo e 460 in quelli dei rifiuti e dei fanghi di depurazione, per un totale di 1.400 megawatt elettrici installati, di cui poco meno 1.000 nel settore agricolo. Per quanto riguarda il biometano, l’Italia è solo all’inizio del suo percorso: il decreto ministeriale, che ha rappresentato un passaggio fondamentale per lo sviluppo della filiera del biometano in Italia, porta la data del 2 marzo 2018. Il potenziale di sviluppo della più importante – ha affermato Piccinini –. Possiamo dire che il Vecchio Continente è leader mondiale della bioeconomia”.