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“Montello è un caso di continuo
sviluppo industriale – ha detto
Confalonieri –. In origine era
un impianto siderurgico che,
una volta colpito dalla crisi, ha
saputo trasformarsi in un’impresa
di trattamento rifiuti, poi in un
impianto di compostaggio,
quindi in uno di digestione
anaerobica con produzione di
elettricità e calore, e infine, prima
ancora del decreto ministeriale,
si è trasformato e perfezionato
nell’upgrading del biogas a
biometano. Oggi Montello ha
una capacità di 32 milioni di
metri cubi di metano all’anno
e 38 mila tonnellate di CO2
derivante dall’upgranding del
biometano, oltre alla produzione
90 mila tonnellate di ammendante
compostato.
Da Montello a Sesa, altro colosso
della trasformazione dei rifiuti
organici. Siamo in provincia di
Padova, dove prima dell’impianto
era in funzione una discarica,
che alla fine degli anni Novanta
è stata trasformata in impianto
di compostaggio. A questo
si sono aggiunte una serie di
linee per la trasformazione e la
valorizzazione dei rifiuti secchi
della raccolta differenziata e
una linea di selezione del rifiuto
indifferenziato. Sesa raggiunge
oggi una capacità produttiva
di circa 550 mila tonnellate