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32 italiana e quella francese, che è oggi, con i suoi 76 impianti, il Paese più attivo in materia di diffusione della rete. 68 di questi iniettano direttamente nella rete di distribuzione a dimostrazione dell’importanza della capillarità. “In Italia invece tutto dipende dalla vicinanza o dalla lontananza da un metanodotto – continua Senatori –. Quando le distanze aumentano il progetto si blocca e si perde il potenziale di biogas, un potenziale prezioso e strategico per la rete e per il sistema nazionale. A oggi disponiamo di 20 impianti che procederanno verso il biometano Gnl. Tre impianti sono in via di realizzazione, mentre una buona parte di questi ha concluso l’iter autorizzativo. Questa filiera va sviluppata, anche se a monte occorre valutare quale sia la soluzione più efficace ed efficiente per un impianto: il biometano liquido o invece puntare alla rete di distribuzione”. Il coordinatore dei Progetti gas rinnovabili di Pietro Fiorentini ha anche mostrato i casi virtuosi