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78 e questo, secondo me, non è una buona notizia, in quanto se da un lato trovo corretto che Arera non voglia privilegiare o danneggiare scelte tecnologiche, ciò non può voler dire che non debba esistere un orientamento del mercato. Lo smart meter gas ha potuto svilupparsi perché è esistita, come pilastro fondante, una standardizzazione. Va considerato che il settore acqua ha maggiori difficoltà tecniche nella trasmissione del dato, perché si trova in condizioni più ostili. Non che il contatore del gas abbia un posizionamento felice, ma la realtà dei contatori dell’acqua è diversificata e spesso impervia, per cui la trasmissibilità del segnale è sovente veramente complicato. L’esperienza che abbiamo maturata in un settore difficile crediamo possa facilitare anche il nostro lavoro nel settore gas. La rete telefonica 2G è in fase di dismissione. Nella realizzazione delle reti 169 Mhz sono emerse delle problematiche, non legate alla tecnologia in sé quanto alla realizzazione delle reti. Occorre un grado di ridondanza significativo se vogliamo raccogliere i dati e arrivare, non al 100%, ma a percentuali di connessioni adeguate. Ora stiamo passando ai contatori gas di seconda generazione. Si tratta di un fatto comprensibile e ragionevole. E ci sono molte ragioni per cui questo possa e debba avvenire. Una delle principali, ed è l’unica che citerò, riguarda il miglior livello di servizio al cliente finale. È un bene disporre di un app sul telefonino che ti permetta di verificare il consumo o di pagare la bolletta. È quella la direzione verso cui dobbiamo andare, perché solo con il cliente finale dalla nostra parte possiamo fare passi in avanti. Stiamo sperimentando e spingendo prodotti che abbiano questo doppio canale di comunicazione, sia l’Nbiot e il 169 Mhz. I due sistemi possano coesistere, convivere e, messi assieme, possano portare davvero a percentuali se non del 100% comunque a un qualcosa di molto vicino a quella percentuale”. Terzo intervento è stato quello di Alessandro Morgagni, della Distribuzione Energie di Inrete, società del Gruppo Hera, che nel suo intervento ha spiegato i motivi