ArchitettiRimini (2005/2009) N. 8 - financing - 2009

architettirimini A 8 Notiziario dell'Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della settembreRimini provincia di / ottobre 2005 NUOVA SERIE rchitettirimini affronta un tema di grande interesse oggi nel nostro paese, quello del Project financing, o della “Finanza di progetto”, istituto ricompreso fra i «contratti di partenariato pubblico privato» previsti dal Codice dei Contratti Pubblici, che “... sono contratti aventi per oggetto una o più prestazioni quali la progettazione, la costruzione, la gestione o la manutenzione di un’opera pubblica o di pubblica utilità, oppure la fornitura di un servizio, compreso in ogni caso il finanziamento totale o parziale a carico di privati ...”. In particolare la “Finanza di progetto” consiste in “... affidare una concessione ponendo a base di gara uno studio di fattibilità, mediante pubblicazione di un bando finalizzato alla presentazione di offerte che contemplino l’utilizzo di risorse totalmente o parzialmente a carico dei soggetti proponenti...”. E’ utile ricordare che il Codice degli appalti specifica che in sede di aggiudicazione l’Amministrazione ha la facoltà di chiedere al vincitore le modifiche al progetto e al piano finanziario che ritiene opportune per migliorare la proposta e renderla aderente alle necessità. Come si capirà dalla lettura dei diversi contributi che costituiscono questo numero di Architettirimini, non si tratta di un’esercitazione accademica sul “Project financing”, anche se si studiano diversi casi, anche fuori dalla nostra provincia, ma piuttosto di una riflessione sui progetti che, se fatti propri dall’Amministrazione Comunale di Rimini, andrebbero a trasformare ampiamente la configurazione spaziale e lo skyline di Marina Centro. Senza entrare qui nel merito delle procedure adottate e del w 3 4 tre progetti presentati evidenziano un approccio progettuale innovativo per la zona costiera riminese; fino ad oggi, le trasformazioni a grande scala sono state intese come interventi di semplice “arredo urbano”, leggeri e timidi nelle intenzioni, il più delle volte limitati al rifacimento di singoli componenti o alla sostituzione di quelli vetusti o degradati. Queste soluzioni, che portano a trasformazioni non strutturali, sono compositivamente deboli ed incerte perché prive di funzioni forti e quindi inclini all’invecchiamento precoce. Manca quasi sempre l’idea architettonica complessiva. Nei lavori presentati per i project financing si avverte invece la volontà di far parlare finalmente l’architettura, intesa come armonia tra forma e funzione, struttura interna e involucro esterno, ossatura e pelle. Tutto ciò indipendentemente dalla qualità del linguaggio adottato sul quale sarà interessante discutere. I tre progetti vanno ricondotti al concetto di bigness. Rem Koolhaas in Junkspace dice testualmente: “Superata una certa scala, l’architettura assume la peculiarità della Bigness. La Bigness è l’architettura estrema. Pare incredibile che il puro e semplice dimensionamento di un edificio possa dar vita a un programma ideologico indipendente dalla volontà dei suoi progettisti… In verità, solo la Bigness può attivare quel regime di complessità che coinvolge la piena comprensione dell’architettura.” L’approccio al singolo edificio può avvenire consapevolmente partendo dalla grande scala urbana. A fianco dell’urbanistica tradizionale occorre introdurre altri strumenti, ad esempio quelli tridimensionali (plastici, render,ecc.), in cui la città sia visibile da tutti, facendo emergere pieni e vuoti nell’insieme urbano, all’interno di una interazione compositiva. L’urbanistica dovrebbe utilizzare una metodologia linguistica più attraente, coinvolgente per parlare di città; questa è fatta di storia, aree centrali e periferiche, di edifici singoli importanti e storico-testimoniali, di piazze in cui la gente si incontra, di isolati vicino ad un corso d'acqua, di memoria. Manca spesso la parte architettonica nella pianificazione e soprattutto l'idea di ciò che vogliamo diventi la città. L’Urbanistica deve “sentire” l’architettura. La recente conferenza dello studio Metrogramma (incaricato della direzione artistica del PGT di Milano), ha esplicitato un nuovo modo di confrontarsi col tema della complessità urbana. Il grande interesse del pubblico verso questi tre progetti è scaturito in primo luogo dal fatto che riguardano aree grandi ed importanti (peculiarità della bigness), in secondo luogo perché sono ben presentati, fanno vedere compiutamente i volumi e gli spazi, sono comprensibili a tutti, a differenza dei piani urbanistici tradizionali. Sommario 3 4 5 6 7 8 9 11 13 Zaoli sulle occasioni perse Franco e il concetto di bigness La posizione del Consiglio dell’Ordine Tre schede: De Smedt, Foster, Nouvel Alcune valutazioni di Fabbri Spadaro sulla filosofia del Project Financing I Bandi del Comune di Rimini Gli Studi di fattibilità del Comune di Rimini Dallan presenta un episodio a Pesaro Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rimini riunito in data 8 luglio 2008 ha affrontato la valutazione dei progetti presentati al Comune di Rimini da promotori privati per la concessione di progettazione, costruzione e gestione, mediante procedura di Project Financing, ai sensi del Capo III del D.Lgs. n. 163/2006, dell’intervento di realizzazione di un sistema di parcheggi nella zona a mare della Città di Rimini con riqualificazione con riqualificazione del Lungomare Tintori compreso tra Piazzale Boscovich e Piazzale Kennedy e del Lungomare Murri compreso tra Piazzale Kennedy e Piazza Marvelli. Dopo ampia e articolata discussione il Consiglio ha rilevato che: Si condivide la necessità di una trasformazione dell’assetto urbanistico della fascia a mare per rispondere all’evoluzione della città turistica del XXI secolo, nella prospettiva di migliorare la qualità della città nel suo complesso, i servizi e le prestazioni offerte a favore degli utenti, la qualità degli spazi urbani aperti e del tessuto edilizio, più in generale al fine di percorrere con determinazione il percorso che conduce allo sviluppo ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibile. La situazione della strumentazione urbanistica comunale, un PRG di seconda generazione non sufficiente a governare e dirigere le dinamiche in atto, la nuova strumentazione urbanistica comunale ancora in corso di adeguamento alla Legge Regionale 20/2000 sulla tutela e l’uso del territorio, non hanno consentito di fornire un quadro strategico e strutturale, obiettivi generali e specifici sui futuri assetti della città di costa a prevalente funzione turistica. A tal riguardo si sottolineano le necessità di rinnovamento dei waterfront e l’importanza delle interrelazioni fra la il mare, la fascia dell’arenile, il tessuto insediativo della marina e le porzioni urbane consolidate e storiche alle sue spalle: per quanto attiene a percorsi, morfologia insediativa, tracciati urbani, sistema degli spazi aperti e del verde, funzioni degli assi urbani strategici, sistema della mobilità in termini di gerarchia ed intermodalità, beni naturali ed ambientali e risorse rinnovabili e non rinnovabili presenti (atmosfera, suolo, sottosuolo e loro componenti costitutive), capacità di biorigenerazione della città in relazione all’uso ed al consumo di tali risorse ed ai carichi insediativi prevedibili, mix di funzioni da prevedere in aree a così intensa necessità di trasformazione urbana. Lo strumento dei project financing può costituire un’occasione per affrontare le carenze urbanistiche di un’area strategica quale il fronte mare, nella quale la riqualificazione delle aree di proprietà comunale e demaniale secondo finalità di interesse collettivo rivesta un ruolo decisivo. Lo studio di fattibilità posto a riferimento per i project financing, pur affrontando le problematiche relative ai sistemi urbani, ambientali, sociali ed economici interessati dagli stessi progetti, non contiene un quadro generale sufficientemente dettagliato e l’indicazione di obiettivi, misure, strumenti ed azioni sufficientemente definiti da indirizzare al meglio i soggetti che hanno risposto al bando, le cui proposte si segnalano per notevoli differenze qualiquantitative rispetto ai requisiti indicati nello studio stesso. La stessa previsione di incremento nel dimensionamento dei parcheggi pubblici in aree a ridosso dell’arenile contenuta nello studio di fattibilità, dovrebbe essere più attentamente valutata rispetto alle strategie della mobilità sostenibile, della riduzione dell’accessibilità veicolare e del contemporaneo potenziamento del trasporto pubblico con attrezzature e modalità innovative. Nuove architetture possono essere strumenti di innovazione e di suggestione urbana, per la capacità di portare ancor più la realtà riminese sul palcoscenico internazionale, di individuare nuove motivazioni di interesse culturale, sociale, turistico, economico utili a ricalibrare e consolidare la percezione dell’attrattività della metropoli costiera su versanti di competitività, di innovazione e di qualità. Si ritiene necessario ribadire che fino ad oggi, anche le trasformazioni a grande scala attuate nella zona costiera sono state perlopiù intese come progetti di semplice “arredo urbano”, estremamente leggeri e timidi nelle intenzioni, il più delle volte limitati al rifacimento dei singoli componenti o alla sostituzione di quelli vetusti o degradati. Queste soluzioni hanno portato a trasformazioni non strutturali, sono risultate deboli compositivamente, incerte perché prive di funzioni forti e quindi inclini all’invecchiamento precoce. E’ mancata quasi sempre l’idea architettonica complessiva. I progetti presentati evidenziano un atteggiamento progettuale innovativo per la nostra zona costiera: in essi prevale, indipendentemente dalla qualità del linguaggio adottato nei singoli progetti, sulla quale sarà interessante discutere, l’atteggiamento dell’architetto, si avverte la volontà di far parlare finalmente l’architettura, la forma e la funzione insieme all’involucro esterno, la struttura interna e la pelle esterna. L’architettura comincia a prendere fiducia e mostra finalmente le sue potenzialità. Sulle architetture proposte sarà comunque necessario innestare percorsi e processi di affinamento, di messa a punto, di condivisione, di analisi delle opportunità e dei rischi, per meglio definire funzioni e carichi insediativi in relazione con il tessuto urbano e con le componenti costitutive del sistema territoriale ed ambientale. Sarà perciò indispensabile verificarne la coerenza con le scelte in corso di definizione attraverso il Piano Strategico in corso di costruzione. Tale strumento di programmazione non pare ancora in grado di fornire compiutamente obiettivi ed indirizzi, assi strategici e percorsi definiti, pur se si rileva che l’analisi dei processi socio- economici in corso, traguardata anche attraverso le opinioni di testimoni privilegiati ha permesso di mettere a punto alcune proposte, per mezzo della lettura e dell’analisi dei fenomeni e delle dinamiche più rilevanti e di iniziare a metterle a confronto con le attese delle forze economiche e sociali. Ovvero di iniziare a delineare le sfide di innovazione e di competitività globale cui la città, la società ed il territorio sono chiamati a rispondere nell’orizzonte temporale di riferimento, capaci di fornire risposte in un’ambito di continua innovazione, rivisitazione di strategie, obiettivi, metodi, azioni. A tal fine il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rimini, pur con le carenze ed i limiti rilevati, ritiene di dover supportare l’attività dell’Amministrazione Comunale in relazione alle ipotes i di riqualificazione dei waterfront di Marina Centro, per mezzo della elaborazione, da parte delle sue articolazioni e commissioni interne, in particolare la Commissione Urbanistica e la Commissione Cultura, di letture, analisi e proposte utili ad una definizione più puntuale delle opportunità fornite dai project financing presentati, in modo da evitare i rischi e le minacce che inevitabilmente si pongono in occasione di così rilevanti processi di trasformazione urbana e di non perdere al contempo un’opportunità per innalzare la qualità del tessuto insediativo ed architettonico della nostra città. 5 Schede descrittive (dati desunti da notizie di stampa) 6 P.LE KENNEDY – P.LE MARVELLI q w e Jean Nouvel Coopsette Norman Foster + Partners Gecos La proposta di Norman Foster definisce un nuovo polo turistico incentrato su una torre-hotel dalle forme sinuose, (circa 100 ml di altezza) in grado di ospitare al piano interrato gli spazi della Fondazione Fellini. Viene previsto un molo di 300 metri con un pontile attrezzato (oltre 10 ml di altezza) che estende la passeggiata oltre la spiaggia. Il piazzale Marvelli viene ridefinito attraverso la previsione di una nuova volumetria a pianta curvilinea. “La proposta di un sistema naturale ondulato ci ha subito portati a quello che poi è un paesaggio caratteristico anche della costa adriatica: la duna e la pineta. [...] Un’architettura “morbida” e viva, suscettibile di erosioni, cambiamenti, modifiche. Abbiamo quindi sviluppato il progetto del parco assecondando le caratteristiche di questo particolare ecosistema, sviluppando il passaggio graduale dalla spiaggia alla città, attraverso i diversi sistemi dunari (duna bianca, duna grigia, duna boschiva). Molto naturalmente, questa scelta ci ha consentito di annullare il limite tra la spiaggia e il lungomare, e tra il lungomare e la città. Il parco, e quindi il lungomare, diventa elemento d’unione, transizione naturale.“ (Jean Nouvel) Viene previsto un edificio multifunzionale, per attività di pubblico spettacolo, nell’area del Kursaal, punto focale, non solo dall’asse di Viale Principe Amedeo, ma di tutto l’intervento di riqualificazione del Lungomare Tintori. L’altro intervento consistente è la costruzione di un Resort nell’area triangolare a nord del lungomare, tra il porto e il Grand Hotel, caratterizzato da coperture vegetali, spazi commerciali al piano terra. contenuto del bando rispetto ai progetti presentati – questioni che si affrontano con altri contributi al giornale – è opportuno tentare di fare il punto della riflessione che il Consiglio dell’Ordine degli Architetti e le diverse Commissioni di lavoro che lo animano, hanno compiuto finora, e stanno ancora compiendo, anche con la partecipazione ai Gruppi di lavoro del Forum del Piano Strategico. E’ infatti noto che l’Amministrazione Comunale ha ritenuto opportuno di rimettere la valutazione dei progetti per il lungomare di Marina Centro al Forum del Piano Strategico, consapevole che valutare progetti di tale rilevanza per i futuri assetti “strategici” della zona turistica al di fuori del nuovo strumento che traccerà il futuro della nostra comunità sarebbe stato non solo illogico e contradditorio, ma anche un errore politico-amministrativo. Non si può infatti mettere in campo uno strumento così partecipato come il Piano Strategico, che si sta costruendo dentro il Forum (che riassume sostanzialmente tutte le forze economiche e sociali cittadine), e su un altro tavolo discutere ed eventualmente approvare i progetti strategicamente più rilevanti per la città. Il Consiglio dell’Ordine ha già compiuto una prima riflessione, approvando un documento che ha ampiamente reso pubblico, nel quale si compivano valutazioni di diverso genere sui “project”: da un lato si coglieva il contenuto innovativo, si sottolineava la qualità architettonica dei progetti e le nuove opportunità, dall’altro si mettevano in luce i limiti ed i rischi connaturati ad un intervento “spot” sul tessuto urbanistico e sul sistema urbano complesso di Rimini. Personalmente ritengo che in fondo, pur con le sue contraddizioni, il documento già approvato ben affrontava la questione e metteva in luce le diverse facce dei “project”; le riflessioni ivi compiute e gli approfondimenti compiuti nel presente numero del nostro giornale, possono rappresentare i punti di partenza per mettere a fuoco l’ambito urbano in cui i progetti si devono collocare e le necessità di messa a punto dell’attività amministrativa a riguardo. E’ ovvio che dal punto di vista burocratico, l’iter del procedimento della gara pubblica dovrà avere un suo esito e la commissione istituita per l’esame dei tre progetti presentati da parte dei soggetti privati dovrà formulare delle valutazioni sulla base dei parametri predefiniti dal bando. E’ però altrettanto ovvio che tale giudizio non debba limitare la discussione nel Forum del piano strategico – e quindi nella La maggioranza della cittadinanza riminese ha accolto con grande entusiasmo queste proposte progettuali in stridente contrasto con le esternazioni pubbliche di qualche associazione e di qualche professionista. Posizioni di gruppi isolati, che denotano un atteggiamento conservatore e spaventato dall’innovazione, dimostrando di preferire la scomoda immobilità del presente, piuttosto che immaginare una futura qualità della città. Il problema del giudizio estetico ,su cui i cittadini si sono espressi, va ricondotto alla lotta tra “testo o contesto”: svincolo di ispirazione futurista dalla memoria pietrificata e codificata dentro di noi, oppure integrazione con l’esistente; idea o realtà, astrazione o contestualizzazione. Il dibattito, presente all’interno dell’architettura contemporanea, è attualissimo e spinge critici, architetti di tutto il mondo a confrontarsi con questo difficile problema. In ambito di centro storico dovrebbe prevalere il contesto, mentre in aree indistinte il testo, destinato a diventar nel tempo contesto. Non esiste una soluzione scientifica, visto J. De Smedt, Studio Altieri Impresa Mantovani "L’idea che ci ha guidato durante la progettazione è stata quello di restituire l’orizzonte, il paesaggio marino alla città, e allo stesso sollevare il lungomare, con dolcezza..." (De Smedt). Prevale una configurazione complessiva sinuosa composta da strutture destinate a negozi e attività commerciali (non viene variata la destinazione della palazzina Roma) tra piazzale Kennedy e piazzale Fellini di circa 10mila metri quadrati, aree verdi, percorsi e parcheggio seminterrato di circa 2mila posti auto. Sono previste in piazzale Fellini una arena per eventi e concerti, in piazzale Boscovich spazi per la cultura e lo spettacolo, un hotel a 6 piani, adiacente al club nautico e un nuovo ponte pedonale mobile, che collegherà il portocanale alla darsena. l’investimento proposto si aggira su 120 milioni di euro. Marco Zaoli segnare con un gesto forte il territorio. Non c’è la paura diffusa né dell’elevarsi in altezza né del cemento, visto non come nemico, ma come connotatore simbolico della città: il cemento, se usato come Kahn o Ando, è uno stupendo materiale di enorme forza espressiva mentre lo sviluppo in altezza rappresenta la fisiologica crescita delle città. Gropius asseriva che l’altezza corretta per le aree urbane in Europa è di 10 piani: ciò permette di recuperare grandi ed omogenee aree verdi a disposizione della gente e spazi per la collettività. Attualmente ,invece, si costruisce ovunque senza criterio, ritagliando aree verdi scollegate tra loro, e quindi inutilizzabili. Manca invece la necessaria forza di rivalutare il mare coinvolgendolo nel sistema-città, non solo con percorsi pedonali, ma con strutture galleggianti che consentano dal largo una vista dello skyline urbano. Essendo Rimini una “città di sabbia” e non di mare, la proposta del pontile appare forse timida , insufficiente a spingere l’utente riminese verso il mare aperto. In conclusione, anche se occorrerà aspettare la definizione esecutiva dei progetti che saranno scelti per esprimere un giudizio compiuto, si può accogliere positivamente il fatto che siano stati prodotti sforzi propositivi in termini di progettualità architettonica , contribuendo a stimolare il dibattito in una realtà ondivaga come quella riminese. Rimini è la città romantica dell’incompiuto (dal Tempio Malatestiano al Teatro Galli), città del non limite, in lotta perenne tra storia e tensione al futuro. Speriamo sappia dare compiuta concretezza alle nuove spinte innovative. che l’architettura è la forma di arte più ricca di scorie. Esiste però un problema di tradizione che distingue l’architettura italiana da sempre nel mondo e che considera il contesto non un vincolo reazionario che inibisce, ma uno stimolo alla ricerca e all’innovazione. Questo hanno fatto Gardella, Albini e attualmente tanti studi di architettura italiana. Il progetto di J. De Smedt non appare particolarmente interessante poiché prospetta una idea di mimesi col contesto in cui si rapporta,in particolar modo con il moto ondoso del mare; ritroviamo un pattern formale in cui le onde si susseguono in modo seriale e ripetitivo. Troppi riferimenti alla natura, forse, per essere architettura nella sua pienezza. In senso altimetrico abbiamo dei piccoli movimenti che inquadrano parti sommerse ed emerse; gesti in successione con poca forza espressiva. Il progetto di J. Nouvel richiama alla mente le dune di sabbia che caratterizzavano la spiaggia adriatica prima del boom degli anni ‘50. L’aspetto interessante è il gigantismo di queste colline artificiali che diventano segno forte sulla battigia ed il fatto di creare percorsi “canyon” tra queste immersi nel verde, con un linguaggio poetico di grande suggestione. L’aspetto negativo è la forzatura di creare colline verdi con strutture non naturali, a costituire cioè un artificio , e la mimesi con gli elementi naturali, quasi un nascondere la forza dell’architettura servendosi della natura, limitando le enormi potenzialità della prima. La torre di N. Foster rappresenta la volontà primordiale di Alessandro Franco (Commissione Cultura) Riqualificazione del waterfront e ruolo dell’interesse pubblico S’ intende esaminare le proposte progettuali di project financing presentate per la realizzazione di un sistema di parcheggi e riqualificazione del lungomare tra P.le Boscovich e P.le Marvelli secondo criteri di valutazione di rispondenza alle finalità di riqualificazione urbanistica del fronte mare e di pubblico interesse connesse alla realizzazione di opere pubbliche. In primo luogo si osserva che allo stato attuale per tutte le proposte presentate non sono disponibili importanti informazioni in merito alla consistenza dimensionale, volumetrica e funzionale delle soluzioni nonché dei termini finanziari (importo delle opere, durata della convenzione, ecc.). Tuttavia tutti i progetti avanzati prevedono nuove rilevanti volumetrie, scelte funzionali e importi complessivi delle opere che si discostano in modo sostanziale da quelle indicate nei due studi di fattibilità. A fronte di un possibile inserimento di superfici commerciali e di servizio “accessorie al godimento delle attrezzature pubbliche nelle aree pedonali” e quantificate in 2.800 mq per il tratto P.le Boscovich - P.le Kennedy (20 spazi commerciali per complessivi 2.000 mq e l’utilizzo di 800 mq della palazzina Roma ad uso commerciale) e in 1.600 mq per il tratto P.le Kennedy - P.le Marvelli (16 spazi commerciali) i progetti presentati prevedono superfici commerciali ben superiori a quelle indicate e nuove funzioni quali alberghi, “resort” ed altre funzioni non previste. In tutti i progetti presentati sono definite proposte d’investimento ben superiori ai valori stimati delle opere degli studi di fattibilità (Euro 39.457.000,00 per il tratto P.le Boscovich - P.le Kennedy, Euro 21.054.000,00 per il tratto P.le Kennedy - P.le Marvelli), con connesse ipotesi di durata della concessione superiori a 99 anni, tali da alterare l’istituto della concessione trasformandolo in diritto di proprietà. Per questi aspetti le propost e avanzate presentano quindi contenuti sostanzialmente diversi da quelli previsti dai bandi, configurandosi quali vere e proprie proposte di ristrutturazione urbanistica promosse da privati al di fuori di un quadro unitario di pianificazione, supportato da elaborazioni, analisi, valutazioni di compatibilità che solo il nuovo piano strutturale può definire. Ipotesi progettuali aventi carattere di ristrutturazione urbanistica che qualora fossero accolte nei suoi caratteri originari possono indurre a ritenere l’esistenza di problemi sostanziali in merito alla valutazione di pubblico interesse di opere come alberghi o “resort”, in aree demaniali vincolate a funzioni di pubblico interesse e alla verifica di fattibilità urbanistica, in rapporto alla 7 necessità di predisporre specifica variante urbanistica e al possibile snaturamento dell’istituto stesso del Project Financing che da strumento finalizzato alla realizzazione di opere pubbliche potrebbe assumere il ruolo improprio e indiretto di strumento urbanistico. Il quadro di coerenza formale e compositiva proposto dai progetti presentati non può essere disgiunto dai modelli funzionali e organizzativi proposti, secondo i quali la costruzione di un nuovo “water front” dovrebbe configurarsi con l’introduzione di nuove strutture ricettive e nuovi soggetti gestionali, in grado di assumere un ruolo economico decisivo in aree strategiche, relegando in secondo piano la riqualificazione dell’intera fascia turistica di marina centro e assecondando processi di trasformazione socioeconomica non certo orientati alla valorizzazione del pluralismo economico caratteristico della nostra struttura imprenditoriale turistica. E’ opportuno riflettere se lo strumento del Project Financing per la realizzazione di parcheggi interrati – interpretato dai soggetti promotori con finalità ed obiettivi notevolmente più estesi di quelli indicati dagli studi di fattibilità, con l’apparente condivisione dell’Amministrazione comunale – possa essere considerato la soluzione più idonea per affrontare la complessità di esigenze e contenuti della riqualificazione urbanistica della fascia a mare e l’importanza delle interrelazioni fra la il mare, la fascia dell’arenile, il tessuto insediativo della marina e le porzioni urbane consolidate e storiche retrostanti. Nelle soluzioni progettuali proposte non si ravvisano adeguati livelli di attenzione ai temi della morfologia insediativa, dei tracciati urbani; il sistema degli spazi aperti e del verde, non costituisce occasione di valorizzazione delle aree pubbliche al servizio dell’intera fascia turistica e in connessione ai beni naturali ed ambientali, ma diviene opportunità per la previsione di nuove strutture ricettive che sembrano non considerare la forte specializzazione turistica e gli elevati carichi edilizi dell’attuale contesto. Il disegno delle stesse aree verdi sembra non rispondere che a criteri di rappresentazione formale e a rendering ammiccanti. Il sistema della mobilità non viene affrontato in termini di gerarchia ed intermodalità, la stessa previsione di incremento nel dimensionamento dei parcheggi pubblici in aree a ridosso dell’arenile, contenuta nello studio di fattibilità, non appare coerente con le strategie della mobilità sostenibile, della riduzione dell’accessibilità veicolare e del contemporaneo potenziamento del trasporto pubblico con attrezzature e modalità innovative. Claudio Fabbri L a filosofia di un Project Financing è quella di coinvolgere il privato e il mercato finanziario (Istituti di credito) in un progetto con l’intento di farlo fruttare per sé e per la comunità (esempio: un terreno o un bene che altrimenti rimarrebbe inutilizzato per carenza di fondi pubblici). Ciò avviene attraverso la creazione di una S.P.C. (Special Purpose Company) in cui si opera la separazione giuridica e finanziaria del progetto dai partner. La disciplina del Project Financing è stata introdotta dalla Merloni-ter (L.415/1998) con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica e fornire una modalità alternativa alla finanza d’impresa per la realizzazione di opere pubbliche dove il finanziamento dell’opera con capitale privato è solo parziale. La norma prevede anche che, nel caso in cui la gestione dell’opera sia particolarmente onerosa, il Comune possa contribuire alla sua realizzazione. Il contributo viene concesso a fronte di un controllo da parte dell’Ente pubblico. Alla Legge 415/1998 ha fatto seguito la Legge 166/2002 (Merloni-quater) che ha ampliato il numero di potenziali soggetti promotori e ha abolito il limite di durata temporale delle concessioni 8 città – sugli assetti della zona turistica, sul contributo che i “project” possono fornire a riguardo, ma più in generale sulla visione strategica per il futuro che la nostra comunità si vorrà dare. E’ infatti in questa logica ed in questa prospettiva che si pone la discussione sui tre progetti. Personalmente ritengo che, al di là delle procedure con cui i progetti sono stati avviati, sia indispensabile valutare con attenzione i loro contenuti e il loro interesse per Rimini: tre architetti di fama internazionale hanno fornito il loro contributo per migliorare, secondo la loro visione, il panorama urbano e la funzionalità della nostra marina. Credo che abbiamo l’obbligo di esaminarli attentamente, capire il loro contenuto e la loro portata, verificare la rispondenza alle necessità – innegabili - di trasformazione migliorativa del tessuto turistico, proporre eventuali miglioramenti. Sotto quest’ultimo versante, è indispensabile sottolineare il limite che è sotteso ai “project”: lo studio di fattibilità posto a base del bando di gara non è senz’altro riuscito – per i limiti dello stesso strumento – a mettere a sistema tutte le necessità che si pongono, tutti i fattori e le questioni da risolvere per la vera riqualificazione urbana del tessuto turistico centrale. L’ambito urbano considerato dallo studio doveva infatti essere allargato almeno al tracciato ferroviario, dovevano essere indagati e precisa ti i rapporti fra le nuove opportunità che si proponevano sul lungomare – in termini di funzioni da insediare, sistema dell’accessibilità, percorsi, sinergie urbane – con il tessuto urbano esistente al contorno (funzioni miste, residenziali e turistiche), con il centro storico, con il sistema - dei percorsi, dell’acqua e del verde - costituito dall’anello dei nuovi ed antichi tracciati del Marecchia e dell’Ausa - con le funzioni presenti sull’arenile ed i futuri assetti di spiaggia, con il tracciato del TRC e le innegabili necessità di realizzazione e implementazione di tale sistema di trasporto pubblico urbano per favorire assetti innovativi e funzionali della nostra città, con il sistema delle funzioni pubbliche (ed in particolare di interesse turistico) di rango superiore quali la fiera, il palacongressi, l’auditorium, i musei, la darsena. Purtroppo tutto questo non è stato fatto prima dei “project”. Ma è possibile approfondire ora in tal senso, in modo da verificare almeno “ex post” le sinergie, le compatibilità, gli impatti, le possibilità di relazione dei progetti con il sistema urbano, quello territoriale ed ambientale, quello economico e sociale, e proporre le modifiche necessarie ai progetti, a quei progetti che si ritenessero utili e migliorabili. Purtroppo questa città, pur nel grande dinamismo e nell’intraprendenza dei singoli, è stata capace di perdere molte occasioni perché incapace di pensare collettivamente in grande, di avere un pensiero alto, al di fuori degli schemi e dei pregiudizi, in definitiva di costruire un progetto per il suo futuro al di sopra delle convenienze del momento e delle convenzioni ideologiche e di bottega. Potrebbe al contrario diventare capace di ridefinire la sua identità lasciandosi alle spalle le trasformazioni avvenute “privatamente” per mezzo dei condoni edilizi, costruendo invece un’immagine “collettiva e pubblica” dei suoi assetti urbani ed una prospettiva credibile e di lungo periodo. Non tutto è però perduto, il Piano Strategico è un’occasione, cerchiamo di non perdere anche questa, e cerchiamo di non perdere, dentro il Piano Strategico, l’occasione di vedere realizzate delle architetture di valore nella nostra città, capaci di dialogare con il sistema urbano, economico e sociale tanto da migliorarlo. Architettura e bigness q Project Financing per la marina di Rimini P.LE BOSCOVICH – P.LE KENNEDY I A proposito delle occasioni perse Filosofia del PF avrebbe potuto realizzare tali opere. Nell’ambito del nostro territorio provinciale queste procedure stanno permettendo la gestazione e realizzazione di importanti iniziative volte, se portate a termine, non solo a costituire delle operazioni di Project Financing di rilevanti dimensioni dal punto di vista economico-finanziario, ma anche a realizzare progetti che mirano a modificare profondamente la nostra città. Infatti i progetti più importanti in corso di progettazione e/o di realizzazione si stanno svolgendo soprattutto nei Comuni di Rimini e Riccione, interessando il loro waterfront. Il waterfront rappresenta, più di ogni altro elemento, l’immagine e il prodotto che Rimini e tutta la Costa Adriatica esportano nel mondo e col quale, da decenni, attraggono milioni di turisti che hanno sempre costituito parte sostanziale dell’economia della Riviera Romagnola. Rimini e Riccione con queste procedure hanno promosso le iniziative di Project Financing volte a modificare profondamente nelle funzioni e nell’aspetto le parti più importanti degli affacci a mare delle città. A Riccione tutto il lungomare, Promotore : Ente pubblico della darsena fino alla zona Developer : Predispone le attività di pianificazione e budget (privato) Terme, sta per essere Finanziatore : Consulente finanziario del progetto (valida il Business Plan) pedonalizzato ed attrezzato, Società di Progetto : Soggetto cui viene affidato il compito di redigere ed eseguire i progetti ri c a va nd o un e st es o parcheggio ad una quota La legislazione ha introdotto, insieme al Project Financing, interrata, rifunzionalizzando la viabilità di accesso al mare (sia l’Accordo di Programma. veicolare che pedonale), creando una maggior interazione tra Queste ultime sono le due procedure che, con differenti città e arenile attrezzato. Il risultato sarà di ottenere, alla fine metodologie, finalità ed ambiti di applicazione, hanno permesso dei lavori, un lungomare realmente fruibile e attrezzabile, a alle Amministrazioni locali di poter attuare programmi di opere diretto contatto e in simbiosi con il centro della città. Tutto il di opere di interesse pubblico non attingendo a risorse progetto, pur diviso in lotti, con soggetti promotori differenti, economiche proprie. conserva un forte carattere unitario, possedendo un aspetto Nel caso del Project Financing è previsto lo svolgimento di un più di carattere funzionale che d’impatto architettonico. vero e proprio bando di gara in cui la partecipazione dei privati Non costituisce di per sé elemento attrattivo, ma si pone a diventa propositiva a cominciare dall’aspetto progettuale. Sono supporto dell’esistente migliorandone la qualità e la funzionalità. nate così in ambito nazionale (ed internazionale) importanti Al contrario il progetto che si impernia sul prolungamento a opere sia a carattere infrastrutturale che edilizio/architettonico, mare del Viale Ceccarini costituisce un forte elemento che senza questo particolare tipo di collaborazione molto architettonico, che contribuirà a spostare sempre più verso la probabilmente non sarebbero mai state realizzate, la cui zona marina il baricentro della città. gestione (da parte del soggetto privato) genera profitti per esso A Rimini i Project Financing più importanti in corso di ma anche vantaggi per la comunità che, in altro modo, non realizzazione mirano a modificare il tratto principale del waterfront (dal Portocanale a Piazzale Marvelli) con due progetti che, stravolgendo la morfologia di tutta la zona, introducono importanti cambiamenti: - nuova rifunzionalizzazione di tutto l’ambito inte rrato dei progetti; - nuovi e importanti volumetrie edilizie insediate; - nuove destinazioni d’uso introdotte o accresciute in modo significativo. Le Società di progetto hanno affidato la redazione dei progetti a tre importanti studi di fama mondiale: De Swedt, Nouvel, Foster. Esaminando tali progetti ci siamo posti alcuni interrogativi: se appaiano chiari gli obiettivi del soggetto privato, realizzatore del Project Financing, finalizzati al pronto ritorno degli investimenti e fonte di cospicui utili, sono veramente tenute in considerazione le istanze e le esigenze della collettività? In qualità di architetti (e quindi attenti e partecipi delle tematiche riguardanti la qualità architettonica ed urbanistica) ci preme evidenziare alcuni aspetti. Primo aspetto Le cordate promotrici, nell’obbiettivo di perseguire le proprie finalità e dare forte carattere ai progetti, hanno incaricato grandi studi di architettura di redigere i progetti. Oggi sicuramente le “Archistar” garantiscono una visibilità ed una propagazione dell’immagine di grande forza mediatica, e questo è sicuramente un aspetto positivo. Tuttavia si intravedono all’interno di questi progetti (come evidenziato nella nota di codesto Ordine trasmessa in data 10/7/2008) evidenti forzature speculative, che rischiano di stravolgere gli equilibri sia urbanistici che immobiliari della città. Secondo aspetto Questi progetti, che hanno come oggetto tratti consecutivi di waterfront, non sembrano inquadrati in alcun masterplan della città. Sicuramente ciò rischia di creare un forte ambito di episodicità progettuale che, quando si materializza nel singolo edificio, può avere un senso compiuto, ma quando prende in esame parti di città, senza creare un sistema di connessione, non crea qualità urbana. Creare forti elementi di discontinuità sia progettuale (concettuale ed estetica) che qualitativa, sia tra le varie proposte che tra le zone interessate ai progetti e quelle tralasciate, rappresenta un grave rischio per l’Amministrazione Comunale e per la Città, nella sua collettività. In tante altre iniziative di trasformazione delle città, gestite tramite grandi interventi e competenze prestigiose, si è innescato un volano virtuoso di crescita dell’immagine e di riqualificazione Immagine di testata Complotto Grafico THE BIG BATH (1983) IIlustrazione di Massimiliano Sirotti