ArchitettiRimini (2005/2009) N. 5 - ex fiera - 2005 (2006)

architettirimini 5 Notiziario bimestrale dell'Ordine A.P.P.C. della provincia di Rimini settembre / ottobre 2005 Il Palacongressi di von Gerkan, Marg + Partner NUOVA SERIE 2 3 3 7 9 15 ei cambiamenti globali del nostro mondo di oggi si stanno modificando anche le città europee e insieme a loro anche Rimini. Lo spostamento della fiera di Rimini in una zonache le permette di crescere e dove si può fermare anche la ferrovia, era un coraggioso e deciso primo passo per la conquista del futuro. Ora segue di conseguenza il secondo passo, e cioè lo sviluppo del nuovo Palacongressi sul lotto, che si è liberato grazie allo spostamento della vecchia Fiera, collocata al suo tempo in una zona centrale della città. Mentre durante i periodi d’allestimento delle fiere la logistica del montaggio e smontaggio degli stand richiedeva superficie più ampie per il movimento della merce in una zona periferica della città, lo svolgimento dei congressi, che ospita eventi culturali e sociali, si inserisce in maniera naturale nel tessuto urbano di una città vivace. L’inizio della progettazione del nuovo Palacongressi è stato accompagnato da diversi studi di fattibilità, che dovevano analizzare sia le possibilità di collocazione di varie funzioni sul lotto della vecchia fiera che la loro compatibilità con l’esistente contorno urbano, includendo entrambi lati dalla via della Fiera. Nello stesso tempo uno studio approfondito degli spazi all’interno dell’edificio doveva assicurare una flessibilità degli stessi per ottimizzare la funzionalità del Palacongressi per renderlo competitivo sul mercato europeo. Cupioli e la lezione di architettura di Botta Marg e Mijic sul nuovo Palacongressi Il verde a Rimini secondo Kipar Baccolini e Sirotti sull’identità del territorio M. Fabbri e gli architetti al SaieDueLiving Per integrare e radicare il progetto nel contesto urbano è stato elaborato un “Masterplan”, che va oltre i confini del futuro Palacongressi. La linea guida per un processo di sviluppo complessivo di tutta la zona era la riqualificazione delle zone degradate d’intorno ponendo particolare attenzione alla viabilità, basandosi sulle indagini approfondite dei flussi del traffico in fase d’accesso e d’uscita del publicco dal Palacongressi. Il parco esistente, elemento fondamentale per far “respirare” la città, risulta nei pressi del vecchio Palacongressi degradato dal vicino parcheggio e la via della fiera, che taglia in due parti la fascia verde. Il nuovo Masterplan prevede una rivalutazione di tutta la zona verde intorno alla vecchia Fiera. Tramite un lieve ribassamento verso la via della fiera, il parco passera sotto la strada, dove invece dell’antica galleria è previsto un ampio passaggio con piste ciclabili e un laghetto, che viene collegato al lago esistente. Sul lato nord della via della Fiera sorgerà il nuovo Palacongressi, progettato dallo studio tedesco von Gerkan, Marg + Partner con la sua “conchiglia”, mentre il lato sud ospiterà un Auditorium con un ampio parco progettato da Mario Botta. In questa maniera la conchiglia del Palacongressi con il parco riqualificato e il nuovo ponte in via della Fiera diventeranno un punto di riferimento per tutta la città, riqualificando l’intero quartiere e creando una nuova immagine di forte di identità per tutta Rimini. Per tenere libera Via della Fiera ed il parco con le strade adiacenti dai parcheggi per le auto dei visitatori sia del Palacongressi che dell’Auditorium, è stato previsto su entrambi lotti un parcheggio interrato per quelli, che arrivano in automobile. 3 S M. Fabbri interroga la committenza riminese del Ticino alla conchiglia di Rimini N ex fiera Sommario La lezione di pure forme Botta Dalle tefania Agostini è direttore di Convention Bureau, attuale gestore del Palacongressi della Riviera di Rimini e parte della società pubblica-privata committente del nuovo, la cui progettazione è di Wolkwin Marg (Amburgo), già autore della Nuova Fiera di Rimini. Il nuovo Palazzo dei Congressi (inizio lavori giugno 2006, consegna giugno 2008), insieme all’Auditorium della Musica (committente Fondazione Carim e progettista Mario Botta), sostituirà il vecchio Palacongressi sorto nei primi anni ’80 quale completamento della fiera di allora, quella per intenderci tutto eternit e lamiere costruita in quattro e quattr’otto negli anni ’70 nell’area in cui aveva operato solo fino a qualche anno prima la vecchia fornace Fabbri (Sirotti e Baccolini). Cosa rappresenta Stefania Agostini nell’industria del turismo riminese? La risposta è data in cinque parole: esperienza, intuizione, dedizione, competenza, passione. Direttore del Palazzo dei Congressi più grande d’Italia, e tra i più competitivi in Europa, è considerata a livello internazionale tra i maggiori esperti del settore; viene chiamata da più parti, soprattutto all’estero, per collaborare a definire nuove strutture congressuali. L’esperienza consolidata (Promozione Alberghiera prima, Adria Congress poi) con la quale è giunta alla direzione di Convention Bureau, fanno di lei il committente ideale, poiché conosce meglio di chiunque altro - insieme al knowhow del territorio, i suoi punti di forza e di debolezza - gusti, bisogni e attese della clientela congressuale, segmento di mercato tra i più appetibili del sistema Rimini. Le esigenze alle quali una struttura evoluta deve corrispondere sono certamente estetici, ma soprattutto fatte di necessità funzionali e di comfort: caratt er ist iche essenziali per dare risultati non solamente numerici ma soprattutto qualitativi, al luogo in cui s’incontrano il lavoro e le relazioni di migliaia di persone. E alle quali l’architetto (meglio se bravo) sa dare struttura e forma. Cosa chiede il committente all’architetto che interpreta e progetta? N on c’è architettura che non faccia discutere, anche se a realizzarla è un grande architetto come Mario Botta, recentemente impegnato nella progettazione del nuovo Auditorio a Rimini che sorgerà entro il 2010 nell’area dell’ex-fiera, a fianco del Palacongressi di Volkwin Marg, previsto per il 2008, e di cui egli stesso ci ha parlato lo scorso 26 maggio, presso il Teatro degli Atti, in occasione della “Lezione” organizzata dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Rimini. A conclusione del suo intervento, infatti, è piovuta una ridda di domande da cui emergevano, chiaramente, diversità di vedute sull’utilizzo di un’area che da molti viene vista come l’ultimo polmone verde della città, inadatta ad ospitare, per motivi anche di inadeguatezza viaria, opere prestigiose come quelle sopra citate. Ma Botta era stato invitato per parlare di architettura, anche se era inevitabile scivolare sulle scelte politiche della nostra amministrazione, così come era impensabile che al progettista dell’ampliamento della Scala di Milano non venisse chiesto il suo pensiero riguardo al Teatro Poletti che dopo 60 anni dalla sua distruzione e dopo oltre 20 dal concorso internazionale di idee vinto dall’architetto Adolfo Natalini, attende ancora di dipanare la matassa di una decisione sofferta tra nuovo progetto e ricostruzione. Ovvia la posizione dell’architetto ticinese, che pure ha vissuto i contrasti di una città come Milano dove è stato imputato non tanto la coraggiosa scelta di avere realizzato un edificio nuovo, ma il mancato ricorso ad un concorso internazionale. Riguardo alla qualità dell’architettura, Botta ha sottolineato la necessità e la convergenza di tante componenti, che contemplano certamente un bravo progettista, ma partono inevitabilmente da un committente illuminato. Chissà cosa ha pensato e pensa realmente Botta di Rimini, che pure giudica bella, dove emergono però forti contraddizioni, tra concorsi per opere che non si realizzano mai e nuove grandi opere che si realizzano per affidamento diretto, anche se a grandi nomi come il suo. D’altra parte le città esprimono sempre una grande concentrazione di volumi costruiti e un cumulo di contraddizioni all’interno del quale egli ritiene importante che l'architettura torni ad esprimere la sua fisicità confrontandosi con l'intorno e a manifestare la sua capacità di durare. 4 L’AUDITORIO DI MARIO BOTTA L'accesso ai circa 500 posti su due livelli interrati sotto il Palacongressi avviene da una rampa posta su Via Monte Titano e da una seconda rampa sul lato nord del lotto. Il parcheggio interrato del nuovo Palacongressi e collegato sotto la via della Fiera con il futuro parcheggio interrato dell’Auditorium, per consentire una maggiore flessibilità per entrambi gestori. Per un accesso ottimizzato per più eventi paralleli o per distribuire l'affluenza nel caso di grandi eventi nonché per alleggerire e distribuire il traffico urbano, sono stati progettati tre ingressi pedonali al Palacongressi. L’ingresso principale è ubicato sul fronte contraddistinto dalla grande "conchiglia", con un vasto foyer che si apre verso il parco e il ponte. Per i mezzi autorizzati e per i taxi è possibile la fermata direttamente lungo un percorso dedicato. Sotto l'ingresso principale è collocato il guardaroba principale, al quale si accede direttamente dal parcheggio interrato e i servizi igienici. Il secondo ingresso avviene in prossimità della nuova rotatoria su Via della Fiera da una bretella dedicata al traffico di accesso al Palacongressi. Da questo ingresso si accede ad una corte triangolare coperta con ampie fasce vetrate che può essere utilizzata per i servizi di accoglienza, ma anche come spazio espositivo a supporto dell'attività congressuale. T ra ‘800 e ‘900 la città di Rimini presentava una forte struttura legata ai corsi d’acqua. Oltre agli altri fiumi, il Torrente Ausa rappresentava il margine sud del centro storico: oggi dall’immagine aerea emerge la forza del verde che si appropria sempre più dei vuoti lasciati dall’acqua, legandosi alla rete verde della città. Il progetto per il Nuovo Palacongressi e Auditorium diventa l’occasione generatrice di nuove potenzialità per la città di Rimini: una progettazione completa porterà a una riqualificazione di quella fascia di verde, che attraversando la città, accostando l’Arco di Augusto, arriva fino alle spiagge. Il presente progetto paesaggistico di LAND s.r.l. rappresenta solo il primo tassello di quello che un giorno potrebbe diventare il “Raggio Verde della Città di Rimini”: un raggio che collega il ‘centro affari’ di Rimini con il suo ‘centro ricreativo e naturale’ rappresentato dal mare: un raggio che capace di creare un nuovo spazio urbano, un proteggere la città dalle frequenti inondazioni degli anni ’50) e la tombinatura del torrente stesso fino al mare, ha risolto l”ostilità” dell’acqua, ma ha al tempo stesso privato la città di un elemento naturale e paesaggistico. Nasce così l’idea di riportare l’acqua sotto al ponte, quale elemento di richiamo all’antico torrente: il nuovo specchio d’acqua sarà a una quota superiore rispetto al lago di cava esistente, e costituirà memoria storica dell’antico tracciato dell’Ausa, che scorreva proprio su questo sedime. I l nuovo sp ecch io d’acqua oltre a svolgere una funzione paesaggistica funge anche da bacino di raccolta delle acqua piovane delle nuove superfici pavimentate del palacongressi e dell’auditorium, prima che possano essere rimesse nel sistema naturale delle acque. In accordo con le sistemazioni esterne del Palacongressi tutti i percorsi ciclopedonali previsti sono in inerti stabilizzati color sabbia e seguono con movimenti morbidi e sinuosi i nuovi dislivelli di quota e i movimenti di terra necessari alla realizzazione della conca del ponte. Le scelte paesaggistiche nascono dalla volontà di rinaturalizzazione dell’area, secondo un disegno unitario, sia per la parte di progettazione ex-novo, ch e per quella d’integrazione e recupero del parco del lago di cava. Si prevede dunque la formazione di un nuovo apparato vegetazionale costituito da vaste superfici a prato con fasce arboreo-arbustive disposte gerarchicamente a sesti d’impianto variabili, a seconda dell’ubicazione: grandi macchie arboreo-arbustive si alternano a piccoli gruppi arborei o a esemplari singoli, come ‘solitaires’. Questa molteplicità paesaggistica favorirà non solo un sorprendente aumento della presenza di animali, ma si costituirà come valenza di area naturale, migliorando così l’intero sistema ecologico-paesaggistico del territorio. Gran parte delle essenze saranno caratterizzate da fioriture con particolari colorazioni autunnali, in modo da rendere il parco vitale e fruibile in tutte le stagioni. A nord una lunga fascia di macchia arboreo-arbustiva, integrerà le presenze vegetali e farà da filtro vegetale verso l’edificazione esistente. Il Parco Ausa, come tassello iniziale del “Raggio Verde” per la città di Rimini, rappresenta un primo e importante passo verso la riconquista dello spazio fluviale perduto. Il parcoper il “Raggio verde di Rimini” Ausa Primo tassello L’Auditorio 5 6 Il Palacongressi 7 catalizzatore con il fine principale di esportare cultura dal centro verso il mare e importare natura nel cuore della città. Con questo primo tassello, a ridosso del nuovo palacongressi e auditorium si regala alla città di Rimini l’opportunità di ridisegnare e rivitalizzare un’area verde nel centro città, rendendola un vero grande parco paesaggistico, e al tempo stesso si regala un progetto ‘promotore’ di un intervento a più ampio respiro come il “raggio verde”, che coinvolge l’intero territorio urbano, riconsegnando così al pieno utilizzo della città la continuità di una vasta area pubblica. Il progetto del nuovo parco su cui si affaccerà il foyer principale del Palacongressi, sarà dominato dal nuovo ponte di via della Fiera. Esso permetterà la continuità dei percorsi ciclo-pedonali, by-passando il traffico veicolare e collegandoli fino al mare. La costruzione del nuovo Ponte sul torrente Ausa riporta alla luce quel tratto caratteristico della città di Rimini: quell’esser città d’acqua, segnata ad est ed a ovest dalle sue presenze fluviali, a volte anche ostili. La costruzione del ‘deviatore Ausa’ a monte del centro urbano (realizzato per 8 Un terzo ingresso si trova sul lato nord in prossimità della zona degli uffici comunali su Via Rosaspina, anch'esso dotato di zone di sosta per taxi e pullman. Dagli ingressi pedonali, con tutti i servizi di accoglienza, si accede, su tre lati, al foyer principale a forma di "U" che cinge la sala principale. Il foyer, uno spazio a tutta altezza illuminato naturalmente attraverso lucernari in copertura, rappresenta lo spazio di circolazione e orientamento del Palacongressi ed è una sorta di galleria sulla quale si affacciano spazi guardaroba, informazione oltre agli accessi alle singole sale. A piano terra si trova la sala principale che può ospitare circa 4700 posti, alta 12 m e priva di sostegni intermedi. La sala, con aerazione ed illuminazione naturale dall'alto, è utilizzabile sia per manifestazioni congressuali sia per attività congressuali minori abbinate a manifestazioni fieristiche o espositive. La sala è infatti suddivisibile in unità più piccole attraverso pareti mobili a tutta altezza che vengono depositate in apposite zone di alloggiamento su un lato della sala. Sul fronte lungo Via Monte Titano si attestano altre due sale, una con circa 400 posti e l'altra, sul fronte nord, con circa 600 posti suddivisibili in unità più piccole. Nel blocco lungo Via della Fiera trovano posto diversi spazi commerciali con un affaccio sia sulla via pubblica che sulla corte triangolare e un ristorante self-service, dotato di cucina, anch'esso aperto sia al pubblico esterno che agli utenti del Palacongressi. Andreas Kipar Alla quota superiore, collegata con scale mobili dal foyer, si trova l'accesso al primo livello della grande sala ad anfiteatro con circa 1550 posti ospitata nella "conchiglia". Per questa sala gradonata è prevista l'opzione di suddivisione in due sale minori. Due foyer, a diversi livelli, garantiscono spazi di pertinenza sufficienti per l'accoglienza e la sosta durante i convegni. A questa quota si trovano inoltre, nelle due ali laterali, diverse sale e break-out rooms (salette ad uso temporaneo) di dimensione e tipo diversi per completare l'offerta di spazi minori. Sul fronte su Via Monte Titano si trovano gli uffici amministrativi e sui due lati della sala grande una serie di camerini e salette VIP. I materiali scelti per il nuovo Palacongressi rinforzano il collegamento con il luogo: l’aula magna non ha solo la forma di una conchiglia, ma anche la scelta dei materiali è stata fatta in maniera tale da porre l’accento alla sua vicinanza con il mare. Il rivestimento in vetro verde che rappresenta il mare, montato a scaglie di pesce è in contrasto al colore sabbia del rivestimento e del pavimento in pietra del restante edificio, che – proprio come la sabbia – cambia il colore, quando si bagna. Il nuovo Palacongressi di Rimini e un progetto che è stato nutrito dall’intenso dialogo tra l’architetto e il committente. La capacità di dialogare in un modo aperto e costruttivo si è sviluppata nel corso degli anni durante la realizzazione della nuova Fiera di Rimini, della quale sta terminando il secondo ampliamento. Anche per il nuovo Palacongressi il team di progettazione tra Architetti tedeschi e Ingegneri qui in Italia è rimasto inalterato. Il nuovo Palacongressi, emerso nel verde vuole mettere – come la nuova fiera di Rimini – un accento architettonico che segnala un cambiamento generale verso un progresso complessivo di Rimini come città del mare, sia nell’ambito nazionale che in quello europeo. Volkwin Marg Eduard Mijic Un sentito ringraziamento a Hotel Duomo, partner nell’evento che ha portato Mario Botta a Rimini il 26 maggio 2006 A Giorgio Salvatori, ottimo amico e professionista, grazie de l servizio fotografico donato alla redazione di Architettirimini per "Una lezione di architettura Mario Botta"