Componentistica dei sistemi di protezione catodica:
elettrodi di riferimento e loro utilizzo
sul metallo. Il corpo dell’elettrodo è costituito da un cilindro in terracotta che
ha anche la funzione di setto poroso. Allo scopo di evitare perdite accidentali,
al posto della soluzione satura di solfato di rame viene utilizzato un gel a base
dello stesso composto. L’elettrodo fisso viene poi, normalmente, installato in
un letto di posa costituito da bentonite, un materiale fortemente igroscopico,
al fine di mantenere elevato il tasso di umidità locale. Gli elettrodi fissi vanno
comunque controllati con cadenza regolare in accordo alla normativa vigente
UNI EN ISO 15589-1.
Purtroppo l’elettrodo CSE non può essere utilizzato in tutti gli ambienti, a cau-
sa della sua particolare sensibilità ad alcune sostanze chimiche: l’ingresso dei
cloruri nella soluzione di solfato di rame provoca la passivazione del rame per
formazione di ossicloruro sulla superficie dell’elettrodo, e l’ingresso di ioni cal-
cio porta alla precipitazione di solfato di calcio nella soluzione, sottraendo ioni
solfato. Di conseguenza in ambienti con alte concentrazioni di cloruri, come ad
esempio l’acqua di mare o le aree costiere, sarà necessario utilizzare altri tipi
di elettrodi. In acqua di mare si è soliti usare elettrodi a base di argento/argen-
to cloruro detti AAC o elettrodi in zinco ZN. Mentre la struttura dell’elettrodo
AAC ricalca quella del CSE, l’elettrodo in zinco non necessita di una soluzione
di scambio ed è costituito semplicemente da un lingotto di metallo ad elevata
purezza munito di collegamento elettrico per la misura; può essere utilizzato
anche nel terreno una volta che sia garantita l’installazione in un corretto letto
di posa. Per l’utilizzo nel calcestruzzo, si utilizzano di norma elettrodi a base di
titanio o di ossido di manganese.
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