Componentistica dei sistemi di protezione catodica:
elettrodi di riferimento e loro utilizzo
Esattamente come per misurare un’altezza abbiamo bisogno di fissare un capo
del nostro strumento di misura alla base del sistema di riferimento, per misu-
rare un potenziale elettrochimico avremo bisogno di fissare un capo del nostro
strumento (un voltmetro in questo caso) alla base del sistema scelto, cioè ad
un elettrodo che definiremo perciò “elettrodo di riferimento”. Ora, per quanto
assoluto e preciso possa essere, l’elettrodo di riferimento all’idrogeno rimane
comunque un delicatissimo strumento da laboratorio che presenterebbe trop-
pe difficoltà per essere utilizzato in campo. Sono stati sviluppati quindi altri
elettrodi che possono essere utilizzati praticamente mantenendo una differenza
di potenziale costante rispetto all’idrogeno.
L’elettrodo più comune nel settore delle strutture interrate è noto come elettro-
do CSE ovvero “Copper Sulphate Electrode” o Cu/CuSO 4 electrode. Come per
gli altri elettrodi di tipo industriale l’elettrodo CSE è costituito da una barretta
di rame immersa in una soluzione satura di solfato di rame contenuta in un ci-
lindro di plastica (Fig. 1). La barretta metallica è quindi collegata al sistema di
misura, mentre la soluzione è in contatto con l’ambiente (terreno) attraverso un
setto poroso che permette il passaggio del segnale senza che il liquido esca
dall’involucro.
In generale gli elettrodi di riferimento devono garantire alcune caratteristiche fon-
damentali. L’elettrodo deve rimanere ad un valore stabile, mantenendo nel tempo
la sua differenza di potenziale rispetto all’idrogeno, quindi la concentrazione della
soluzione deve rimanere costante. Nell’elettrodo CSE questo viene garantito dal
fatto che si utilizza una soluzione satura con sali insoluti sul fondo (la presenza
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