Interferenze elettriche e corrosione
elettrica i sistemi di drenaggio trovano largo impiego. Potremo inoltre intervenire anche
sulle zone di interferenza catodica dove la corrente “entra” nella tubazione interferita
attraverso il sezionamento della stessa con giunti isolanti che impediscano il passag-
gio delle correnti interferenti lungo la tubazione fino alle zone anodiche di scarico. Nei
casi più gravi si può anche intervenire con l’installazione di sistemi di protezione ca-
todica dedicati. Un sistema a correnti impresse in controllo di potenziale automatico,
reagirà alla variazione di potenziale elettrochimico della condotta interferita causato
dalla corrente in uscita e imprimerà una corrente con verso opposto per contrastare
il fenomeno. La quantità di corrente erogata dal sistema dedicato dovrà essere limi-
tata al contrasto del fenomeno di interferenza, sarà comunque possibile impostare
una corrente di base in uscita dallo stesso sistema per garantire anche la protezione
catodica della linea in assenza di correnti disperse.
Il monitoraggio dei potenziali elettrochimici delle strutture interrate assume un’impor-
tanza fondamentale nel caso del contrasto delle corrosioni da interferenza elettrica.
Ogni lettura effettuata con un elettrodo di riferimento classico soffre infatti di un er-
rore dovuto alla componente di caduta ohmica della corrente circolante nel terreno.
In pratica misurando il potenziale elettrochimico di una struttura interrata con un
elettrodo posto a distanza dalla struttura stessa si misura non solo il potenziale vero
“IRfree”, cioè il potenziale vero della struttura, ma anche la caduta di potenziale nel
terreno legata alle correnti circolanti e alla distanza dell’elettrodo di riferimento. Que-
sto significa che, oltre agli effetti già citati di corrosione per interferenza elettrica, le
correnti disperse influiscono anche sulle letture degli strumenti classici. In special
modo per i sistemi a corrente impressa automatici, che basano la loro erogazione
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