Antigone 15 Aprile 2015 | Page 13

percorso di Antigone è paradigma dello sconvolgimento di ogni punto di riferimento di fronte al quale si trova l’uomo del Novecento.

La scelta dell’Antigone novecentesca di morire potrebbe forse rappresentare non tanto un sacrificio quanto una fuga dall’età adulta per lei imminente: quando ormai ha riconosciuto la mancanza di significato del suo accanimento nel voler seppellire il fratello e sembra sul punto di preferire la vita al sacrificio, è proprio il riferimento di Creonte alla felicità che la spinge a mantenere il proposito iniziale. Infatti, non riesce a vedere di fronte a sé una via per la felicità e la convinzione di non poterla raggiungere senza scendere a compromessi comporta necessariamente la rinuncia alla vita.

Creonte, che lascia intendere di aver affrontato proprio questo percorso, dà indirettamente ragione ad Antigone affermando: “Bisognerebbe non diventare grandi mai”.

Se si considera invece la dimensione politica del conflitto, il protagonista diventa Creonte. Anouilh porta avanti una profonda riflessione sul ruolo del potente e il suo rapporto con il potere. Il governante, all’interno dell’opera, ribadisce più volte di dover attenersi al suo ruolo istituzionale e anteporlo ai legami affettivi. “Il mio ruolo non è bello, ma è il mio ruolo, e ti manderò a morte”. Così dicendo, Creonte si rivela una vittima del potere e pone le basi per una riflessione molto attuale su quanto effettivamente il potente abbia potere o quanto invece il potere stesso sia un’entità superiore che controlla l’uomo e non sia condizionabile.

Rappresentazione dell'Antigone di Anouilh (1944)

LO STRAPPO NEL CIELO DI CARTA

“Tutta la differenza, signor Meis, fra la tragedia antica e la moderna consiste in ciò, creda pure: in un buco nel cielo di carta”. L’Antigone di Anouilh, infatti, proprio come afferma Pirandello ne Il fu Mattia Pascal, si ritrova sulla testa un buco nel cielo di carta del suo teatro che la porta a smettere di recitare la parte dell’eroina classica, a mettere in discussione i valori per cui si sacrifica e a pentirsi della sua scelta dicendo: “non so più perchè muoio. Ho paura”.